A Roma una statua dedicata al cane Angelo, seviziato e impiccato a Sangineto da quattro ragazzi del posto. L’opera è stata realizzata dall’artista Alessandro Di Cola.
Al cane Angelo, barbaramente seviziato e ucciso Sangineto nel giugno 2016 giugno, è stata dedicata una statua a Roma, nel Parco Ravizza, nel quartiere Monteverde (Largo Alessandrina Ravizza), inaugurata il 21 gennaio 2017 su iniziativa delle Associazioni “Be Positive Factory”, “Animalisti Italiani Onlus” e “La Vela d’Oro”, che si sono prodigate per far realizzare l’opera dall’artista Alessandro Di Cola, approvata in seguito da Roma Capitale-Municipio XII. Ispirati dallo slogan di Mahatma Gandhi La civiltà di un uomo si misura da come tratta gli animali, i promotori dell’evento hanno voluto sensibilizzare l’opinione pubblica al rispetto della vita animale e umana e alla sana educazione affinché non vinca sempre la cultura della violenza e della morte.
Il caso di Angelo ha suscitato disappunto nell’opinione pubblica per l’efferatezza del crimine commesso da un gruppo di 4 giovani del posto che hanno torturato e seviziato il povero cane, impiccandolo ad un albero e poi uccidendolo a colpi di pala. Il barbaro atto di crudeltà, ripreso dai quattro ragazzi e da loro diffuso nel web ha scatenato un coro di proteste in tutta Italia con diverse manifestazioni che hanno raccolto animalisti proveniente da ogni parte della Penisola per chiedere giustizia. Anche la trasmissione Le Iene si è interessata a casa e sono state lanciate in rete varie petizioni, tutte con lo stesso obiettivo, ossia sensibilizzare le istituzioni affinché si inaspriscano le pene per coloro che compiono tali crimini.
La vicenda di Angelo purtroppo non è l’unico caso di maltrattamenti e sevizie perpetrate ai danni degli animali e purtroppo i responsabili, nella maggior parte dei casi, restano sempre impuniti. Oggi in Italia, rispetto ad altri paesi europei, le pene per il maltrattamento degli animali, secondo la legge 189 del 2004 che integra l’Art. 727 del Codice Penale, prevedono da 3 a 18 mesi di carcere o un’ammenda pecuniaria da 5 a 30mila euro. In altri paesi le pene sono più severe e, nei casi più gravi, l’arresto non è commutabile con pena pecuniaria. Si spera dunque che il nostro Paese si adegui agli standard europei al più presto e che si ponga fine per sempre ad azioni simili. La statua di Angelo ha dunque il valore di sprone per il futuro e di simbolo, per non dimenticare…
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