Tutto il mondo animalista si è schierato contro l’azienda francese Histoire de Bêtes che produce e commercializza peluche fabbricati con pellicce vere di animali.
La mercificazione delle pelli e pellicce degli animali è un problema per il quale da sempre si battono gli animalisti di tutto il mondo (LEGGI ANCHE: ANIMALISTA NUDA PER PROTESTARE CONTRO LE UCCISIONI DI ANIMALI DA PELLICCIA). Sono ormai innumerevoli le proteste contro le case di moda che continuano a fabbricare indumenti con l’uso di pellicce animali (LEGGI ANCHE PETITE MORT, LE PELLICCE REALIZZATE CON GLI ANIMALI INVESTITI: È POLEMICA) e, nonostante ormai circoli anche in rete una gran quantità di materiale documentale e fotografico a testimonianza delle crudeltà a cui vengono sottoposti gli animali da pelliccia, ancora non è stata completamente bandita la vendita di tali manufatti, anzi, c’è chi ha introdotto un nuovo business nel settore, come l’azienda francese Histoire de Bêtes, che è finita nel ciclone delle polemiche a livello mondiale per la fabbricazione di peluche per bambini realizzati con pellicce vere di animali.
L’azienda produce orsacchiotti fabbricati con vero pelo di animale, che, oltre ad essere antietici, hanno prezzi non accessibili a tutti. Un “baby orsacchiotto“ costa circa 900 euro mentre un “baby teddy” costa all’incirca 1800 euro ed è realizzato in pelle e pelliccia di coniglio. Un vero e proprio giro d’affari per l’azienda che è ormai il bersaglio di tutto il mondo animalista. Tra gli attivisti che si sono schierati contro la vendita di questi peluche anche Brigitte Bardot, che di recente ha anche attaccato la collega Catherine Deneuve per la sua passione per le pellicce. (LEGGI ANCHE: BRIGITTE BARDOT ATTACCA GERARD DEPARDIEU E CATHERINE DENEUVE PER DIFENDERE GLI ANIMALI).
Ciò che soprattutto desta sgomento è slogan alquanto beffardo utilizzato per pubblicizzare questi peluche: Dei peluche d’eccezione con un supplemento di anima e di dolcezza – una frase che è stata duramente contestata da Christophe Marie, portavoce della Fondazione Brigitte Bardot, che ha riferito: Questa società francese uccide gli animali per creare delle cose davvero futili. Non hanno alcun rispetto per gli animali. I conigli sono intrappolati in delle gabbie troppo piccole e il loro slogan è una presa in giro.
L’azienda, finita nella bufera mediatica, si è difesa affermando: Chi è contro di noi preferisce peluche fatti con materiali sintetici. Intanto infuriano le proteste sul web, su Facebook è stata creata una pagina dal titolo Stop Histoire de Bêtes e sono già in tantissimi ad aver firmato la petizione lanciata da Change.org “VRAIE FOURRURE pour des peluches! NON!!!” L’obiettivo è unico: porre fine a questo scempio.
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