Sono stati assolti i due pastori che nel 2014 a Breno uccisero a bastonate un cane procurandogli una morte terribile tra sofferenze indicibili. L’Onorevole Brambilla chiede ancora una volta di modificare il Codice Penale affinché siano adottate pene più severe per chi tortura, sevizia e uccide gli animali.
Bastonarono un cane per otto minuti consecutivi fino a procurargli la morte tra sofferenze atroci. Nonostante le inequivocabili immagini riprese da uno sconosciuto a distanza che inchiodano i responsabili e dimostrano il loro mostruoso accanimento su un essere indifeso, la Corte ha deciso di assolverli. Secondo il giudice che ha rigettato la richiesta del Procuratore di un anno e undici mesi di reclusione per due pastori, padre e figlio, che massacrarono il povero cane a Breno nel 2014: Il fatto non sussiste. Secondo il Tribunale, lo avrebbero fatto per necessità, perché il cane, di nome Moro, da loro ben conosciuto, li aveva aggrediti.
Sulla vicenda si è espressa in maniera molto decisa l’Onorevole Michela Vittoria Brambilla: Sentenza sconcertante, leggeremo le motivazioni. Ma la decisione già dice l’essenziale: qui da noi è molto, molto difficile ottenere giustizia per un animale. Dobbiamo rimettere mano alle leggi, prevedere sanzioni più severe, e farle applicare. Chi uccide un animale con crudeltà e senza necessità deve andare in carcere: non ci fermeremo finché non sarà così.
L’Onorevole Brambilla, Presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, autrice di oltre una quarantina di disegni di legge per migliorare la tutela degli animali e affermare i loro diritti (LEGGI ANCHE MICHELA VITTORIA BRAMBILLA: “IL DIRITTO ALLA VITA DEGLI ANIMALI È INDISSOLUBILE” e VITTORIA BRAMBILLA PORTA IN PARLAMENTO IL PRIMO CANE DELLA REPUBBLICA) ha commentato: Eppure il Pubblico Ministero era pienamente convinto che gli imputati, due pastori, padre e figlio, avessero “la volontà di uccidere l’animale” e quindi aveva chiesto quasi il massimo consentito dalla legge, un anno e 11 mesi, come punizione per un atto di crudeltà estrema, perpetrato sotto gli occhi di un minore e “immortalato” nelle sue fasi salienti dalla macchina fotografica di un turista di passaggio.
Ha inoltre aggiunto: Non è dato sapere oggi perché la richiesta non sia stata accolta. Se possibile, ricorreremo in appello. Resta il fatto che, anche in caso di condanna, gli imputati non avrebbero fatto un minuto di carcere. Qui sta lo scandalo: che la legge non lo preveda. Mi rivolgo a tutte le forze politiche perché sia presto esaminato ed approvato il mio progetto di legge che modificherebbe il codice penale e consentirebbe ai magistrati di mandare effettivamente in carcere chi tortura, sevizia e uccide gli animali.
Photo Credits: Press Office Onorevole Michela Vittoria Brambilla/Twitter
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