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Difendiamo i delfini dagli air gun: la petizione lanciata da Marevivo

Non temono l’ILVA e i suoi veleni, vivono in libertà con i propri cuccioli, ma non potranno difendersi dalla nave, armata di cannoni ad aria (gli air gun), che presto esplorerà il Golfo di Taranto alla ricerca del petrolio.

Sono in pochi a saperlo ma nel Golfo di Taranto, proprio in quella porzione di mare definita già 30 anni fa, con Decreto Presidenziale ,“baia storica e naturale”, si trovano centinaia di esemplari di delfini e balene, che ogni giorno si possono facilmente incontrare ed osservare. Questi delfini sono purtroppo a grande rischio, perché a breve, nelle acque del Golfo di Taranto, a soli 13 miglia dalle coste, arriveranno gli air gun per fare ricerca e prospezione di idrocarburi.

Ma cosa sono esattamente gli air gun? Molto esplicativa è in merito la descrizione fornita nel corso di un’intervista dalla Prof. Maria Rita D’Orsogna, fisico, docente universitario, attivista ambientale: L’airgun è una tecnica di ispezione dei fondali marini, per capire cosa contiene il sottosuolo. Praticamente ci sono degli spari fortissimi e continui di aria compressa che mandano onde riflesse da cui estrarre dati sulla composizione del sottosuolo. Spesso, però, questi spari sono dannosi al pescato, perché possono causare lesioni ai pesci, e soprattutto la perdita dell’udito. Questo è molto grave perché molte specie ittiche dipendono dal senso dell’udito per orientarsi, per accoppiarsi e per trovare cibo.

Le bolle d’aria sparate in mare determinando onde sismiche, rappresentano il più grave pericolo per la fauna marina. Ma, nonostante ciò, il progetto della Società Schlumberger, ha avuto il via libera. Per far sì che i violenti spari di aria compressa ogni 5-15 secondi, con intensità fino a 260 decibel, siano evitati al fine di preservare l’ecosistema, l’associazione ambientalista Marevivo ha lanciato una petizione online per chiedere al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e a tutti i Sindaci coinvolti di ricorrere al TAR contro il decreto “VIA alla Schlumberger” e per sollecitare il nuovo Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a cambiare rotta, rispetto al recente passato e una volta per tutte, sulla politica energetica dell’Italia.

Photo Credits: Twitter

 

Redazione

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