L’incredibile caso del gatto nato con quattro orecchie

Kreacher è un gatto che, a causa di una mutazione genetica, è nato con quattro orecchie. Nonostante questa malformazione e varie disabilità, è un micio dolcissimo e riesce a condurre una vita serena basata sull’amore.

Il caso di questo gattino rosso è davvero singolare. A causa di una malformazione congenita è nato con quattro orecchie, due grandi come ogni altro gatto e due più piccole posizionate dietro a quelle principali. Il meraviglioso cucciolotto, di nome Kreacher, è nato con molti problemi, infatti non ci vede e ha dei deficit neurologici, che rendono la sua andatura barcollante. Nonostante tutte le sue difficoltà, tuttavia, il tenerissimo gattino, che è stato accolto da un rifugio, riesce ad essere sereno e gioioso come ogni altro gatto ed è sempre in cerca di coccole. Per compensare le sue difficoltà visive, Kreacher ha un olfatto molto sviluppato attraverso il quale riesce ad esplorare il mondo circostante con grande curiosità e desiderio di conoscenza.

L’incredibile caso del gatto nato con quattro orecchie

Non è l’unico caso al mondo di un gatto nato con quattro orecchie a causa di un difetto genetico. Prima di lui, infatti, un altro gatto di nome Batman era stato accolto dal rifugio Western Humane Society. E ancor prima, un altro gattino di nome Yoda era nato con la stessa malformazione. Tali mutazioni genetiche, sebbene molto rare, sono state documentate già a partire dal 1938, con un gattino di nome Toots ritrovato ad Ashtabula in Ohio, negli Stati Uniti.

L’incredibile caso del gatto nato con quattro orecchie

Tale anomalia è stata oggetto di studio e si suppone derivi da un’alterazione del gene recessivo, sebbene non siano ancora del tutto note le cause. Kreacher è stato adottato da Matthew Soden, col quale ha instaurato un rapporto speciale, fatto di coccole e di tanto amore. È un gatto dolcissimo e, come racconta il suo papà umano, la sua infinita tenerezza dimostra che gli animali disabili sono speciali e meritano amore esattamente come tutti gli altri.

Photo Credits: Facebook/Twitter

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