È morta tragicamente la piccola Bruna, la bellissima cagnolina di Linus di soli 11 mesi. Il dj ha espresso tutto il suo dolore in un lungo messaggio pubblicato sui social.
Era sfuggita per un istante al controllo e quell’istante è stato fatale, perché è stata investita e per lei non c’è stato nulla da fare. È tragicamente morta così Bruna, la dolcissima cucciolotta di Linus, all’anagrafe Pasquale Di Molfetta, il famoso conduttore radiofonico e televisivo italiano, direttore artistico di Radio Deejay fin dal 1995. La cagnetta, di soli 11 mesi, dopo l’impatto fatale, si è spenta tra le braccia del figlio Filippo, gettando tutta la famiglia nello sconforto.
Chi ha un cane può ben comprendere quanto profonda possa essere la sofferenza e il senso di deprivazione conseguente alla sua scomparsa. L’amore dei quattro zampe è immenso e per questo il vuoto della loro perdita è incolmabile. Linus ha espresso tutto il suo dolore per la perdita della sua cagnetta sul suo profilo Instagram e sul suo blog personale in un lungo messaggio intitolato Ciao Bruna:
Questo è uno di quei momenti in cui odio il mio lavoro.
Perché mi obbliga a condividere qualcosa che vorrei invece dimenticare.
Ma di cui non posso non parlare.
Non dopo che ne ho parlato mille volte.
Ieri a mezzogiorno è morta Bruna.
Così, all’improvviso.
Dieci minuti prima stava tentando di scippare un pollo dalla padella, dieci minuti dopo non c’era più.
È scappata a mio figlio davanti a casa, al rientro dalla passeggiata, inseguendo chissà cosa. Un altro cane, un gruppo di piccioni, non ha importanza.
Non era mai successo, almeno non su quello stradone.
Un attimo. La prima macchina l’ha evitata, la seconda non c’è riuscita.
È morta praticamente tra le braccia di Filippo, appena arrivata al Pronto Soccorso Veterinario.
Aveva appena compiuto undici mesi, tra poco avremmo festeggiato il suo primo Natale.
È un dolore grandissimo, inaspettato, indescrivibile.
Non riesco a non pensarci, a non pensare all’ingiustizia di un’anima così innocente che se ne va così improvvisamente, violentemente, ingiustamente.
È stata con noi nove mesi, ma li ha vissuti fino all’ultimo secondo.
È stata con noi nove mesi, ma dopo che abbiamo fatto sparire qualunque oggetto sembra quasi non sia mai esistita.
Ci ha all’inizio violentato l’esistenza, fino a farmi pentire di averla presa.
E poi ce l’ha pian piano cambiata, riempita, colorata.
Ha fatto di più lei per la mia famiglia in questo poco tempo che ognuno di noi singolarmente negli ultimi dieci anni.
Era diventata l’ombra di Carlotta, la migliore amica di Filippo e il pupazzo di Michele.
Era la compagna di giochi di tutti i cani del quartiere, e forse un po’ anche di voi ascoltatori.
Sono stato felice di condividere ogni gioia che mi ha regalato, però adesso questo rende ancora più pesante il momento, ora che per contrappasso sarò costretto a spiegare all’infinito come sta.
Sta che non c’è più, ecco come sta.
Era un cane felice, Bruna. Profondamente, ingenuamente felice.
E noi lo siamo stati con lei.
Ho cercato tutto il giorno di capire il significato di tutto questo, e forse è proprio nell’armonia che ha riportato nella nostra vita.
Adesso ci sta guardando, dall’alto, col muso tra la ringhiera, e vorrà vedere se ce la possiamo fare anche da soli.
In fondo aveva il nome della nonna.
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