Secondo alcune teorie scientifiche i gatti sarebbero una minaccia per la biodiversità. Per questo motivo in Australia è stato proposto un disegno di legge che prevede lo sterminio di due milioni di gatti entro il 2020.
I gatti, per quanto possano apparire innocui e solitari, sono considerati, secondo alcune teorie scientifiche, la seconda causa dell’estinzione di molti uccelli. Sulla base di questa statistica, nel 2015 in Australia è stato proposto un piano di legge che prevede lo sterminio di ben due milioni di gatti entro il 2020. Una proposta estrema, che sta sollevando non poche polemiche, tra gli animalisti di tutto il mondo e non solo. In Australia, come anche nelle isole, gli uccelli tendono a volare di meno rispetto ad altre parti del mondo e la loro frequente nidificazione a terra fa sì che diventino facili prede per i gatti, ma “bollare” i gatti come i nemici più temuti per la biodiversità sembra davvero eccessivo.
Secondo le teorie alla base di questa proposta di legge, i gatti selvatici giocherebbero un ruolo nella mortalità di alcune specie di animali. Negli Stati Uniti ad esempio è stato ufficializzato che i gatti predano oltre ottanta specie native. In Europa, da statistiche del 2012, risulta che la loro predazione coinvolge ben 21 specie di animali, 11 dei quali sono in via d’estinzione. Lo sconcertante disegno di legge è stato avallato anche dall’ornitologo Peter Marra e dallo scrittore Chris Santella, che nel loro trattato accademico Cat Wars spiegano la gravità del problema attraverso i risultati degli studi scientifici. Come spiega Danilo Russo, ricercatore di Ecologia all’Università di Napoli: Diversi studi dimostrano che i gatti possono anche avere effetti definiti sub-letali: la sola presenza nelle vicinanze dei siti di nidificazione riduce la capacità proliferativa degli uccelli, perché l’aumentata vigilanza nei confronti dei predatori riduce gli sforzi per procurarsi il cibo e nutrire i piccoli.
Gli stati e i territori dell’Australia hanno classificato i gatti inselvatichiti come “animali nocivi” e il Governo investirà dei fondi per l’abbattimento dei gatti, che saranno adescati, soffocati o uccisi attraverso la caccia. Un progetto che lascia di stucco, anche perché sembra non lasciare spazio a nessun’altra possibile alternativa, laddove basterebbero delle campagne di sterilizzazione mirate. Infatti, come conferma lo stesso Danilo Russo, un modo efficace e non drastico per far fronte a questo problema sarebbe promuovere la sterilizzazione e l’adozione dei gatti randagi su larga scala, in modo da non compromettere la loro vita e neanche quella delle loro prede. Per il momento comunque, fortunatamente, la proposta australiana resta ancora soltanto un’ipotesi e resta il dubbio se il disegno di legge sarà varato e attuato o se, piuttosto, come ci si auspica, verrà fermamente respinto con alternative più umane e non violente.
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