Scoppia la rivolta contro i bracconieri: abbattuto Ibis eremita, a rischio di estinzione

In seguito agli ultimi episodi di bracconaggio contro gli “Ibis eremita” il Waldrappteam e il Parco Natura Viva di Bussolengo hanno lanciato una petizione che sarà presentata al Parlamento Europeo.

L’Ibis eremita è uno degli uccelli più a rischio d’estinzione e, nonostante viga il divieto di caccia di quest’esemplare, sono state spesso ritrovate carcasse di Ibis uccisi da fucilate. L’ultimo episodio di uccisione di questa specie ormai rara è avvenuto in Val Camonica, nel Comune di Darfo Boario Terme. Le Guardie Venatorie del WWF hanno ritrovato il volatile, soprannominato Enno, grazie al GPS di cui era dotato e a dare l’allarme è stata la sua posizione, che risultava ferma da oltre 24 ore.

Conoscendo l’area per l’alto tasso di bracconaggio, ci siamo subito allarmati ha raccontato Antonio Delle Monache, Coordinatore Guardie WWF Lombardia – Proprio nelle ultime settimane avevamo predisposto servizi di vigilanza in collaborazione con il Corpo Forestale-Nucleo Operativo Antibracconaggio. Purtroppo l’animale, sottoposto a radiografia presso il Centro Recupero Animali Selvatici WWF presso l’Oasi di Valpredina, risulta essere stato centrato da una o più fucilate: oltre ottanta pallini hanno devastato il povero uccello.

Scoppia la rivolta contro i bracconieri: abbattuto Ibis eremita, a rischio di estinzione

Enno faceva parte del progetto Waldrappteam finanziato dall’Unione Europea, che consisteva nella reintroduzione in Austria di alcuni Ibis provenienti dall’Africa. Grazie all’uso di un parapendio a motore, nella stagione migratoria alcuni esemplari di Ibis eremita sono stati introdotti anche in Italia, a distanza di secoli dalla loro scomparsa nel nostro Paese.

Non è il primo volatile di questa specie ucciso per mano dei bracconieri nel 2016 e per questo motivo il Waldrappteam e il Parco Natura Viva di Bussolengo hanno lanciato una petizione per salvaguardare questa specie in via d’estinzione, indirizzata al Parlamento Europeo, all’Arma dei Carabinieri, al Ministero dell’Ambiente, al Corpo Forestale dello Stato e a tutte le associazioni italiane della caccia.

Chiediamo aiuto a tutti e in particolare al mondo venatorio, che finora ha lavorato con noi alle attività di formazione e sensibilizzazione dei propri associati – ha spiegato Cesare Avesani Zaborra, Direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo, unico partner italiano del progetto – L’Italia sta mettendo a rischio il ritorno di un animale simbolo della biodiversità del vecchio Continente: denunciate se venite a conoscenza di episodi di illegalità!

Photo Credits: Twitter

 

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