Un giorno da cani. Sei volontari sono stati rinchiusi per 24 ore in un rifugio e trattati come i nostri amici a quattro zampe. Ecco cosa è successo
Guinzaglio e museruola no, forse sarebbe stato troppo, ma tutto il resto sì. Di cosa stiamo parlando? Di un singolare esperimento messo in pratica dal Cape Ann Animal Aid, un rifugio per cani abbandonati del Massachusetts, che per sensibilizzare il tema dell’adozione ha preso sei volontari e per 24 ore li ha trattati come fossero degli animali in cerca di una nuova casa. Li ha chiusi in un box, gli ha dato da mangiare, li ha portati a spasso e fatti socializzare tra loro.
Poi una ricca merenda prima di una sessione con dei giocattoli studiati per tenerli impegnati, per non farli sentire troppo soli. Nel box, una copertina per non sentire freddo di notte e poco altro, anche se c’è chi ha ottenuto di poter disporre almeno di una sedia o di un cuscino. “Moltissime volte le persone che contattiamo rispondono che non se la sentono di venirci a trovare perché il rifugio mette tristezza. Ecco, partendo da questa considerazione – ha spiegato la responsabile del Cape Ann Animal Aid – abbiamo pensato di invertire il punto di vista, di far vivere alle persone quello che quotidianamente provano gli animali che vivono nel nostro centro”.
L’iniziativa, chiamata Night Without A Family, ha riscosso un buon successo, ha dato una maggiore visibilità al centro e, soprattutto, è riuscita a creare interesse attorno al delicato tema dell’adozione. I cani hanno bisogno di una casa, di essere coccolati e amati, “perché sentirsi parte integrante di una famiglia – ha aggiunto la responsabile – è importante anche per un cane”. Perché anche se un rifugio è spesso composto di persone che amano follemente gli animali, la famiglia, questo è vero, è tutta un’altra cosa.
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