Un Pastore Tedesco e un meticcio sono stati barbaramente uccisi dal gestore di un maneggio con un fucile, per via dei vecchi rancori contro un vicino. Per il giudice non ci sono gli estremi per la custodia cautelativa
Non c’è mai fine al peggio. Una frase sentita e risentita, che però trova un nuovo esempio nell’assurdo fatto di cronaca accaduto vicino Roma. Un uomo ha ucciso i due cani di un vicino di casa. A quanto pare, tra i due non scorreva buon sangue da tempo, ma nonostante l’evidente rancore nessuno, compreso il proprietario dei due incolpevoli animali, pensava che le minacce si potessero trasformare in realtà. E invece la follia ha preso il sopravvento, con una crudeltà raccapricciante.
È successo a Olevano Romano, un paesino della provincia capitolina. Un cittadino di origini romene, tornando a casa, ha trovato i suoi due amici a 4 zampe, un Pastore Tedesco e un meticcio di nome Whoopi e Maya, riversi a terra nel cortile della sua abitazione, crivellati di colpi d’arma da fuoco. Immediatamente si è rivolto ai carabinieri della cittadina, i quali hanno dato il via alle indagini.
Non ci è voluto molto a capire l’identità del responsabile: un italiano ultracinquantenne, gestore di un maneggio poco distante dal luogo del feroce attacco. Le forze dell’ordine hanno preso in custodia l’uomo con le accuse di uccisione di animali, danneggiamento aggravato (il contatore dell’energia elettrica) e omessa comunicazione della variazione del luogo di detenzione delle armi. Sì, perché il colpevole aveva un arsenale di 7 fucili, tra cui quello con cui ha trucidato le povere bestie. Le armi erano regolarmente denunciate, ma sarebbe dovute stare in casa e non nel maneggio.
Incalzato dai militari, l’uomo ha finito per ammettere le sue responsabilità, motivando il gesto come una vendetta. Come se non bastasse questo orrore, nonostante la confessione, il giudice non ha ritenuto opportuno l’arresto. Una decisione che ha scatenato le reazioni di onlus e di moltissime persone che non vorrebbero che un criminale del genere la facesse franca. Dopotutto per l’arresto cautelativo basta essere pericolo per la comunità. Non è forse questo il caso? In attesa della verbalizzazione della denuncia e dei seguenti provvedimenti, quel che è certo è che ancora una volta sono gli animali a rimetterci per i gesti insani di cui solo gli uomini si rendono responsabili. Alla faccia della specie più intelligente.
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