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Enzo Maiorca: “Se potessimo sentire il loro grido di dolore, smetteremmo di mangiarli”

Enzo Maiorca, il signore degli abissi, è tristemente scomparso. Grande difensore della causa animalista, ha lasciato una grande testimonianza di umanità.

Ha lasciato un vuoto incolmabile la scomparsa di Enzo Maiorca (LEGGI ANCHE È MORTO ENZO MAIORCA, ADDIO AL SIGNORE DEGLI ABISSI). Campione di immersioni in mare in apnea, ma soprattutto campione di umanità, che si è sempre battuto per la causa animalista. Vegetariano dichiarato, grande amante degli organismi acquatici e difensore dei mari e di ogni forma di vita, è stato anche autore di alcuni libri, tra cui Il Mare con la M maiuscola e Sotto il segno di Tanit. Il suo amore per il mare, per gli animali, per il pianeta, sono stati la sua ragione di vita. Carla Rocchi, Presidente dell’Ente Nazionale Protezione Animali lo ha ricordato così: Ci ha lasciato Enzo Maiorca, grandissimo campione, ancor più grande difensore degli animali, dell’ambiente e del suo mare… Amico da decenni, si è immerso per l’ultima volta verso quell’altrove dove ha trovato ad accoglierlo i tanti animali che ha protetto e a cui ha voluto bene.

Noi vogliamo ricordarlo con le sue stesse parole, quelle parole con cui raccontò l’evento che ha segnato e cambiato la sua vita: Nel settembre 1967, ero un accanito pescatore subacqueo. Un giorno durante un’immersione ho sparato a una cernia che, colpita, si è arroccata dentro la sua tana e, con l’aiuto delle sue potenti mandibole, faceva resistenza sull’imboccatura da dentro, rendendo difficile l’estrazione anche tirando con tutte le sue forze. Dopo una serie di immersioni ho introdotto il braccio nella grotta per cercare di trascinarla fuori. Toccandola, ho sentito il suo cuore che batteva. È come se improvvisamente mi fossi reso conto di qualcosa. I pesci non gridano, non ci fanno impressione, appartengono ad un mondo diverso dal nostro. Lo consideriamo un mondo non nostro e gli abitanti estranei. Eppure quando sparavo ai saraghi, questi si dibattevano. Dovremmo imparare a parlare dei pesci come entità viventi. Se potessimo sentire il loro grido di dolore, sono convinto che smetteremmo di mangiarli.

Photo Credits: Twitter

Redazione

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