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“L’esperto risponde”: l’Iperestesia Felina, una sindrome poco conosciuta

Nella rubrica settimanale di Velvet Pets un esperto potrà risolvere i dubbi sulla salute dei vostri amici a quattro zampe. Questa settimana parleremo dell’iperestesia felina, una sindrome neurologica che colpisce i gatti.

L’Iperestesia Felina, è una malattia molto rara che colpisce il sistema neuromuscolare del gatto, per cui l’animale sente di essere “attaccato” da qualcosa che si trova sulla sua schiena o sotto la sua pelle, da cui cerca di liberarsi in tutti i modi, agitandosi e talvolta mordendosi da solo. Sappiamo che il gatto può trascorrere molto tempo a leccarsi per pulirsi, ma quando quest’attività è eccessiva e il suo comportamento in tal senso appare ossessivo, questo può essere un campanello d’allarme che indica un’ipersensibilità cutanea che può essere causata dalla sindrome dell’iperestesia felina.

Si parla di iperestesia quando il gatto manifesta improvvisamente comportamenti inconsueti nelle ore serali e mattutine: durante questi episodi, è come se fosse in preda ad allucinazioni e comincia a correre all’impazzata senza una meta. Tale comportamento non deve essere tuttavia confuso con le normali corse dei gatti. Durante le crisi di solito il gatto ha lo sguardo fisso e gli occhi vitrei, guarda insistentemente alcune parti del suo corpo ed è come se non le riconoscesse, pertanto cerca di attaccarle e morderle.

Le zone più colpite sono il bacino, la coda e il treno posteriore e, durante il manifestarsi di una crisi, è possibile notare delle increspature della pelle dalle spalle alla coda e, per tale motivo, la malattia è chiamata anche Rolling Skin Disease. In alcuni casi può esservi perdita incontrollata di feci e urine e l’animale si comporta come se fosse in ambiente completamente estraneo e non riconoscesse nessuno: in questo stato emette forti miagolii e ringhi e può persino attaccare.

La sindrome colpisce i gatti di ogni razza ed età e purtroppo non sono ancora note le cause che possono portare allo sviluppo di questa malattia, né esiste una cura specifica. L’andamento della sindrome è caratterizzata da episodi di breve durata, che possono durare secondi o addirittura minuti. Tra un episodio e l’altro il gatto si comporta normalmente.

“L’esperto risponde”: l’Iperestesia Felina, una sindrome poco conosciuta“L’esperto risponde”: l’Iperestesia Felina, una sindrome poco conosciuta

SINTOMI

  • Agitazione, stress, modifiche del comportamento
  • Aggressività
  • Scodinzolare frenetico
  • Il gatto cerca di leccarsi r rosicchiarsi la coda
  • Il gatto insegue la sua coda come se avesse un forte fastidio o cerca di attaccarla come fosse un corpo estraneo
  • Ondulazione della pelle
  • Il gatto corre all’impazzata, come se fosse inseguito o se avesse paura
  • Spasmi muscolari, prurito alla coda e tic
  • Pupille dilatate
  • Perdita di pelo
  • Ipersensibilità in un punto qualsiasi della schiena o lungo la colonna vertebrale.
  • Il gatto morde sé stesso, attacca la sua coda, corre, salta ed emette vocalizzi
  • Può sembrare che il gatto sia allucinato (ad esempio che insegua oggetti animati o inanimati inesistenti
  • Possono manifestarsi crisi epilettiche
  • Il gatto non risponde alle sollecitazioni dell’ambiente esterno né ai richiami.

Purtroppo questi gatti soffrono spesso di gravi lesioni cutanee dovute al tentativo di cercare di sollievo dalla sensazione di disagio che sperimentano.

CAUSE

Si ritiene che i gatti iperattivi e molto nervosi siano più a rischio di sviluppare questa sindrome, ma ogni caso è soggettivo. Se notate che il vostro gatto presenta uno di questi sintomi, è bene portarlo subito dal veterinario. Un’altra possibile causa della sindrome è l’epilessia. Si suppone infatti che la malattia possa essere causata da un disturbo di attività elettrica nelle aree del cervello che controllano le emozioni e il comportamento predatore. Si pensa anche di possa essere una forma di disturbo ossessivo – compulsivo e che vi siano a alcune razze particolarmente predisposte a questa condizione a causa di un carico elevato di stress.

DIAGNOSI

Una buona diagnosi si ottiene attraverso l’esclusione di altre malattie o condizioni che causano sintomi e comportamenti simili:

  • Malattie della pelle (allergie, parassiti, infezioni)
  • Carenza nutrizionali
  • Ipertiroidismo
  • Condizioni di dolenzia al fondo schiena, alla colonna vertebrale, alle articolazioni e ai muscoli
  • Dolori associati a lesioni da morso, ascessi, fastidi nella zona anale ed altre patologie
  • Tumori o lesioni agli organi
  • Problemi cerebrali (tumori, infezioni, traumi).
  • Avvelenamento

È molto importante rivolgersi ad un veterinario esperto che possa fare la giusta diagnosi. Sarebbe molto utile registrare un video del comportamento del gatto durante le crisi per mostrare al medico il comportamento del felino nel suo ambiente. Ai fini diagnostico sono inoltre utili esami del sangue, esami clinici e un approfondimento pressi uno specialista in neurologia o dermatologia per escludere altre malattie e, quindi, fornire una diagnosi affidabile.

TRATTAMENTO

Una volta che il veterinario accerta che l’animale soffre di Iperestesia Felina, darà una serie di raccomandazioni per evitare complicazioni. Il medico prescriverà farmaci per calmare l’ansia e vi consiglierà di evitare qualsiasi motivo di stress per il gatto.

Si raccomanda:

  • Una dieta equilibrata, da stabilire insieme al veterinario.
  • Mantenere routine quotidiana: ad esempio dargli da mangiare sempre alla stessa ora
  • Creare un ambiente tranquillo per il gatto.
  • Mettergli a disposizione un posto tranquillo per riposare, per nascondersi e un luogo di arrampicata.
  • Garantirgli un’adeguata stimolazione sensoriale.
  • Tenere la sua lettiera sempre pulita.
  • Stabilire una routine di gioco: fino a 4 brevi sessioni al giorno, cercando giocattoli diversi per intrattenere e far esercitare il vostro gatto e premiarlo.
  • Organizzare un angolo per lui vicino a una finestra dalla quale sia possibile guardare fuori.
  • Durante le crisi è bene ignorare il gatto, in modo da evitare di stressarlo ulteriormente.

Photo Credits: Twitter/Facebook

Redazione

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