Inappetenza, apatia ma anche aggressività. Quando il cane è troppo geloso spesso non sappiamo come comportarci. Ecco alcuni consigli della veterinaria Valeria Abbatecola
Chiunque abbia avuto o ha un cane sa bene che il rischio che sia geloso c’è. L’arrivo di un altro animale, la presenza di un nuovo membro della famiglia, un figlio, ma anche un amico o un compagno estraneo al nucleo: prima di capire come comportarsi, è bene sapere come prevenire come afferma Valeria Abbatecola, medico veterinario di Roma, recentemente ospite della rubrica televisiva Geo.
“Per capire meglio come poter evitare determinati errori con il nostro cucciolo bisogna sapere che durante il suo sviluppo attraversa i cosiddetti ‘periodi sensibili’ – ci ha detto la dottoressa – ovvero tre fasi in cui acquisisce informazioni che memorizzerà per tutta la sua vita. Durante la prima, il cucciolo impara a riconoscere la propria specie e quelle ‘amiche’ e dovrà quindi venire a contatto con più persone possibili così da non aggredirle in futuro. Nella seguente, la madre insegna la gerarchizzazione alimentare e si forma l’equilibrio tra l’animale e l’ambiente. La rottura del legame materno, infine, è fondamentale proprio per prevenire gelosia e aggressività”.
Come si possono anticipare questi problemi comportamentali?
Innanzitutto è importante non adottare i pelosi sotto ai 60 giorni. La gelosia, infatti, si manifesta in larga maggioranza in soggetti allontanati troppo precocemente dalla madre e che instaurano un attaccamento simile a quello materno con il proprietario. Quest’ultimo poi non riesce a essere in grado di attuare il distacco che avverrebbe in natura e ciò porta allo sviluppo di forti stati di ansia ogni volta che l’animale si deve separare dai suoi genitori umani.
In che modo di manifesta quest’ansia?
Vocalizzi, aumento dell’attività fisica, distruzione di oggetti, minzioni e defecazioni per la casa e agitazione. Spesso arriviamo a riscontrare atteggiamenti di possessività e iperprotezione nei confronti del proprietario che si possono ripercuotere sia tra animali “familiari” sia nei confronti di altre persone.
Come si può evitare?
Bisognerebbe tener presente che si tratta di un animale e quindi come tale deve essere sempre trattato, senza “umanizzarlo”. Quest’affermazione non deve essere interpretata come qualcosa di negativo: gli animali hanno modi di comunicare diversi dai nostri e inevitabilmente il modo di interagire con loro viene spesso interpretato in maniera scorretta dal nostro amico a quattro zampe stesso.
Ci può fare degli esempi?
Dedicare loro troppa importanza, facendoli sempre sentire al centro dell’attenzione provocherà vizi e problemi sempre più difficili da eradicare con il passare del tempo. Bisogna quindi evitare di cedere alle loro richieste, pur se apparentemente involontarie, in maniera da mantenere sempre i ruoli. È come essere genitore, con il chiaro obbiettivo di vigilare sul loro benessere psico-fisico mantenendo sempre un rapporto gerarchico. Amarli vuol dire anche rispettarne la natura.
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