Due leoni sono scappati dallo zoo di Lipsia. Uno dei due felini è stato ammazzato ed è esplosa una rivolta su Facebook contro i responsabili dell’accaduto.
Nello zoo di Lipsia in Germania, due leoni sono fuggiti dalle loro gabbie prima dell’orario di apertura della struttura, intorno alle 8:40 del mattino. I due fuggitivi sono Majo e Motshegetsi, due leoni di un anno originari della Namibia. I due animali, che provenivano dal parco svizzero di Basilea, erano rinchiusi in gabbie piccole in attesa di esseri trasferiti nella zona di esposizione e la causa dell’incidente non è ancora stata individuata. I felini sono stati trovati terrorizzati in un boschetto e dopo alcune ore, le forze dell’ordine sono riuscite a catturare uno di loro. L’altro invece era particolarmente agitato e, dopo vari tentativi di immobilizzarlo con l’uso di sedativi, è stato abbattuto poiché considerato una minaccia per la sicurezza.
Il triste episodio è la conferma della scorretta gestione degli animali all’interno dello zoo, un errore che poteva rivelarsi fatale per i dipendenti e che già era accaduto molti anni prima, con la morte di sei animali fuggiti. Questo caso inoltre riporta l’attenzione sulla questione degli zoo, dove animali che dovrebbero essere liberi nel loro habitat, vengono confinati in gabbie dove conducono una vita snaturata e infelice per il mero divertimento dell’uomo, che poi divertimento non è, perché non vi è nulla di gradevole nel vedere animali prigionieri, privati del loro diritto alla libertà. È stato un epilogo molto triste, ma non avevamo altra scelta – sono queste le parole di giustificazione del responsabile dello zoo, Joerg Junhold. Parole che però non sono servite a placare la rabbia di molte persone che lo hanno attaccato su Facebook in modo molto veemente.
Il Presidente Nazionale dell’ENPA Carla Rocchi ha riferito che i due animali vivevano in un habitat completamente inadatto per la loro specie e non si sarebbero mai potuti abituare al clima freddo della Sassonia. A prescindere da ciò che è stato fatto per porre fine alla fuga dell’animale, qualcuno dovrebbe spiegare come tale fuga sia stata possibile – ha affermato la Rocchi – Ma in fondo anche questo è un dato secondario: il nucleo del problema è legato all’esistenza stessa delle strutture di cattività. Finché continueranno ad esistere, continueranno ad esserci animali costretti a vivere in condizioni innaturali, e continueranno con tutta probabilità ad esserci nuovi “incidenti”. È ora di voltare pagina e dire basta. Si tratta dell’ennesimo caso in cui la soppressione degli animali diventa per l’uomo l’unica soluzione per risolvere questo genere di problematiche, senza invece tutelare e rispettare il loro status di animali selvatici.
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