Nikita è una cucciola di tre mesi, diventata disabile per essere stata appesa con del fil di ferro a testa in giù fino a reciderle gli arti.
La crudeltà di cui è capace l’essere umano non ha limiti e talvolta la realtà supera di gran lunga ogni possibile immaginazione. Tra le tante storie di abusi e di violenze perpetrate ai danni degli animali, questa è sicuramente una tra le più agghiaccianti. Nikita è una cucciola di soli tre mesi, poco più di una pallina di pelo, finita nelle mani di chi ha voluto accanirsi brutalmente senza una ragione su un esserino indifeso. Nikita è stata appesa a un albero a testa in giù, con le zampine strette da del fil di ferro, e lasciata lì per giorni, abbandonata a se stessa e alla sofferenza atroce che ha dovuto patire in quelle condizioni.
Il vano tentativo di divincolarsi e il peso del corpo penzolante in quella posizione per così tanto tempo, hanno fatto sì che il fil di ferro recidesse completamente le zampette posteriori. Se non fosse stata trovata in tempo, sarebbe morta sicuramente dissanguata o per il trauma agli organi interni che avrebbe provocato l’inevitabile caduta da un’altezza simile. Nikita è ora disabile, non potrà camminare e non potrà avere una vita normale. È un piccolo fiore reciso, a cui non è stata data neanche la possibilità di crescere prima di conoscere gli orrori del mondo.
Il gravissimo episodio è accaduto a Bitetto, in provincia di Bari, e i responsabili non sono stati identificati, malgrado l’accorato appello lanciato dalla Lega del Cane per poter raccogliere informazioni sull’orribile vicenda. Emma Melica, attivista e Presidente della Lega, ha affermato: Ha bisogno di tanto amore adesso, l’abbiamo curata come meglio potevamo, adesso aspetta una famiglia che le dia ciò che altre “bestie” le hanno tolto, amore disinteressato e fiducia.
E fortunatamente, in questo tunnel buio, si è aperto uno spiraglio di luce per la piccola Nikita, che ha trovato una famiglia disposta ad adottarla in Abruzzo. Sicuramente avrò tutto l’amore della famiglia sua adottiva, ma, per la mano perfida dell’uomo, non conoscerà mai il sapore della libertà di correre felice in un prato…
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