L’Onorevole Brambilla entra alla Camera con il cane Sogno, denunciando l’assenza di ogni riferimento ai quattrozampe nella riforma che andrà al referendum.
Un grande traguardo quello dell’Onorevole Michela Vittoria Brambilla, ex ministro di Forza Italia e Presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, che, introducendo un cane a Montecitorio, ha segnato un delle pagine più importanti nella storia delle battaglie per i diritti animali. Sul suo Facebook si legge: Amici vittoria!!! Oggi ho portato in Parlamento il primo cane della storia della Repubblica per tutelare i loro diritti!!!! La battaglia della Brambilla è finalizzata alla formalizzazione di leggi che possano dichiarare gli animali esseri senzienti, modificando l’articolo 9 della Costituzione dove viene prevista la sola tutela dell’ambiente. L’obiettivo di quella che l’Onorevole chiama “una battaglia di civiltà” è l’applicazione di una riforma che inserisca i diritti degli animali nella Costituzione che, come dimostrano le indagini demoscopiche, è voluta dalla maggior parte degli italiani ma che non trova ancora applicabilità.
Sogno, meticcio di 6 anni, raccolto cinque anni fa nelle strade di Amatrice, è il testimonial di questa battaglia a favore dei diritti animali ed è il primo cane della storia ad entrare nella sala conferenze di un Parlamento. La Brambilla ha dichiarato: Ormai è chiaro a tutti che nell’attuale fase storica, caratterizzata da profondi mutamenti, culturali e sociali, si sta affermando una più moderna concezione dell’uomo e del suo rapporto con la natura, un atteggiamento più consapevole dei limiti entro i quali possiamo disporre delle risorse del pianeta e, per ragioni etiche, più rispettoso di tutti gli esseri viventi che condividono con noi il dono della vita. Di questa evoluzione hanno già preso atto, in vario modo, non solo l’Unione Europea, ma numerose Costituzioni del Continente, come quelle di Germania, Austria e Svizzera.
Tali Paesi, ricorda l’Onorevole, hanno inserito nella loro Costituzione leggi specifiche: In Svizzera, per esempio, c’è un articolo specificamente dedicato alla protezione degli animali e ci sono addirittura disposizioni molto moderne contro la manipolazione genetica […] L’Articolo 20 della Costituzione tedesca cita esplicitamente il patrimonio naturale e gli animali, da tutelare anche “per responsabilità verso le future generazioni”. In Austria la “protezione degli animali” è dal 2005 “materia federale”, sottratta alla competenza delle Regioni. Trovo davvero strano che a citare gli animali nella Costituzione per tutelarli non abbia ancora pensato l’Italia, paese dallo straordinario patrimonio ambientale e ricco di biodiversità come nessun altro in Europa. Io ho sempre considerato questa la madre di tutte le battaglie animaliste. Così l’hanno considerata le associazioni che con me hanno sottoscritto e presentato, quasi due anni fa, l’appello-manifesto che chiedeva al Parlamento di intervenire.
La Brambilla sottolinea che la riforma costituzionale che andrà al referendum è un’occasione perduta: Si sarebbe potuto modificare lo status giuridico degli animali e adeguare la Carta fondamentale al cambiamento in atto. Non è successo. Nel testo approvato non c’è traccia della mia richiesta, formalizzata con una proposta di legge e sostenuta dalle principali associazioni di protezione animale, di introdurre modifiche che elevassero i livelli di tutela degli animali, come l’esplicita inclusione della materia tra quelle sottoposte alla potestà esclusiva dello Stato. Non è stata accolta neppure la proposta di costituzionalizzare il riconoscimento degli animali come “esseri senzienti” già contenuto nel Trattato sul funzionamento dell’UE.
Ed ha aggiunto: Il testo che avevo predisposto col contributo delle associazioni era davvero innovativo: “Gli animali sono esseri senzienti e la Repubblica ne promuove e garantisce la vita, la salute e un’esistenza compatibile con le loro caratteristiche etologiche”. Al contrario, questa riforma della Costituzione continua a considerare gli animali solo come oggetti, semplici “cose” e non esseri viventi, con la conseguente negazione delle tutele alle quali avrebbero giusto diritto. Tutto ciò non tiene nemmeno conto dei sentimenti di quella maggioranza di italiani che convivono con i nostri piccoli amici considerandoli membri della famiglia e che comunque vogliono vedere rispettati i loro diritti. Quindi la mia bocciatura dell’attuale “riforma” è totale.
Ma la mancata occasione del referendum non ferma l’Onorevole, che non si arrende e intende proseguire con grande determinazione il suo obiettivo: Credo che vi siano le condizioni politiche e culturali per cambiare presto prospettiva e adottare una soluzione più moderna nel definire lo status giuridico degli animali: all’alba del XXI secolo non possono essere ancora considerati “cose”. Riconoscere in Costituzione che gli animali sono “esseri senzienti” e conseguentemente tutelarne i diritti è una battaglia di civiltà che vinceremo.
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