Sarà sottoposto nuovamente a processo il cosiddetto “killer dei gatti”, responsabile di aver addestrato il suo cane a uccidere i felini. Le associazioni ENPA, LAV e AIDAA si sono costituite parte civile.
Inizierà il prossimo 4 novembre il processo a carico del cosiddetto “killer dei gatti”, l’uomo di Quinzano d’Oglio, in provincia di Brescia, accusato di aver fatto del suo cane una “macchina da morte”, addestrandolo a uccidere i gatti. L’uomo dovrà apparire davanti ai giudici per rispondere dei reati di maltrattamento ed uccisione di animali e per mancata custodia e malgoverno del suo cane usato per le missioni di morte contro i felini. Il cane, un dobermann maschio di 8 anni, lo scorso marzo era è stato prelevato dai Carabinieri e affidato a un canile in esecuzione di un sequestro disposto dal giudice. Il proprietario aveva già subito un primo procedimento penale per l’accusa di maltrattamenti, ma in un primo giudizio era stato assolto.
Secondo le accuse, l’uomo istigava il suo cane ad uccidere i gatti della sorella e poi passava sopra i loro cadaveri col trattore. All’origine di tutto questo sembrerebbe esservi una questione di famiglia legata all’eredità e ai beni di proprietà. L’uomo si è difeso sostenendo che cani e gatti non vanno d’accordo che dunque la morte dei gatti sarebbe stato solo un incidente, ma
, a quanto pare, la realtà sembrerebbe ben diversa e, secondo quanto riportato nella denuncia sporta dalla proprietaria dei gatti e ripresa dai capi di imputazione contenuti nell’atto di rinvio a giudizio,
l’uomo si sarebbe reso responsabile della morte accertata di oltre 15 gatti, che, secondo quanti riferito dalla denunciante, sarebbero stato azzannati dal suo cane e poi da lui stessi schiacciati con un trattore. Per tali accuse l’uomo sarà sottoposto nuovamente a giudizio.
Al processo si sono costituite parte civile tre associazioni animaliste: ENPA, LAV e AIDAA, che, a loro volta, chiederanno la condanna dell’uomo ormai noto come
“il killer dei gatti”.
Photo Credits: Twitter