“L’esperto risponde”: la Psittacosi, una malattia temibile anche per l’uomo

Nella nostra rubrica settimanale “L’esperto risponde” parliamo della Psittacosi, una malattia molto diffusa tra i volatili, che può portare alla morte se non curata in tempo e che può facilmente contagiare anche l’uomo

La Psittacosi è una malattia infettiva causata dalla Chlamydophila psittaci, un batterio molto diffuso tra gli uccelli e in particolare tra i pappagalli, i canarini, i piccioni, i passeri, le anatre, le galline e i gabbiani.  Il nome deriva dal greco psittakos, che significa pappagallo, poiché questo batterio infetta soprattutto questa specie. La Chlamydia psittaci può risiedere nel tratto gastrointestinale, negli escrementi, nelle secrezioni delle vie respiratorie, nelle uova e nel piumaggio. La Psittacosi è una delle poche malattie che i volatili possono trasmettere all’uomo e, se non curata in tempo, potrebbe essere fatale. Nell’uomo causa una polmonite interstiziale con un andamento clinico molto grave, che, senza adeguate terapie comporta un’elevata possibilità di morte.

TRASMISSIONE

Tra i pappagalli la trasmissione del batterio può avvenire tramite il contatto con urine infette e secrezioni (lacrime, feci, muchi). L’uomo può contrarre la malattia semplicemente respirando le goccioline infinitesimali della sua urina, avendo un contatto con il becco o con i suoi escrementi quando vengono pulite le gabbie.

SINTOMI

È possibile che volatili come i pappagalli siano asintomatici nelle prime fasi dell’incubazione e possono essere contagiati dal batterio già mesi prima che compaiano segni evidenti della malattia quali:

Difficoltà respiratorie;

Tremori;

Secrezioni dagli occhi o dal naso;

Diarrea;

Feci colorate di varie sfumature di verde;

Perdita di peso;

Letargia e sonnolenza;

Perdita di appetito.

“L’esperto risponde”: la Psittacosi, una malattia temibile anche per l'uomo

DIAGNOSI E CURA

È molto difficile individuare il batterio nell’animale e nell’uomo, essendo intracellulare, ossia si nasconde perfettamente tra le cellule dell’organismo. In seguito a ripetute analisi del sangue in grado di individuare il tipo di batterio, è possibile sconfiggere la malattia con una lunga cura antibiotica.

PREVENZIONE

Per questo genere di batterio non esistono dei vaccini specifici, né per i volatili, né per l’uomo. È pertanto fondamentale mantenere la massima igiene nelle gabbie ed evitare di far indebolire il volatile con frequenti spostamenti. Importante anche la corretta alimentazione, evitare il sovraffollamento della gabbia e, nel caso di più gabbie nello stesso ambiente, è necessario mantenere una distanza per evitare la contaminazione attraverso feci o altre sostanze organiche.

Photo Credits: Facebook/Twitter

 

 

 

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