Quando sono intervenuti, i volontari non credevano ai loro occhi: la storia di Lazzaro, il cane “risorto”

Alcuni volontari dell’ Animal Liberation Front hanno liberato Lazzaro, un cane meticcio legato a catena per anni e massacrato di bozze da un ubriacone del posto che gli aveva saldato un collare di ferro intorno al collo.

Nella notte tra il 12 e il 13 settembre 2016, alcuni volontari del Il Fronte di Liberazione Animalista A.L.F. ha salvato un cane in fin di vita in provincia di Pordenone, ad Azzano Decimo in via Pradat. Il tenero meticcio viveva legato ad una catena da anni con un collare di ferro saldato intorno al collo e picchiato giorno e notte. Il povero cane viveva in un tugurio, in condizioni igieniche terribili, con la pelle lacerata dal collare che, man mano che il cane sarebbe cresciuto, lo avrebbe strangolato. Gran parte della sua vita l’ha vissuta attaccato a quell’orribile catena, in totale solitudine, abbandonato tra i suoi escrementi, dimenticato da tutti e massacrato di botte. Chi gli ha causato tanta sofferenza è un ubriacone del posto che lo picchiava brutalmente di continuo perché, sentendosi solo, abbaiava.

Quando sono intervenuti, i volontari non credevano ai loro occhi: la storia di Lazzaro, il cane “risorto”

Quando sono intervenuti i volontari del’A.L.F. la scena che si è presentata ai loro occhi era sconcertante: le condizioni del cane erano piuttosto critiche, mostrava chiari segni di lesioni, era denutrito, poiché il suo aguzzino gli concedeva solo pochissimi avanzi di cibo ed era divorato dai parassiti. Al collo aveva un solco procurato dal collare strettissimo, il suo corpo era logorato dalle catene e dalle percosse ed un’ernia al retto che gli sarebbe stata fatale se non curata in tempo.

Quando sono intervenuti, i volontari non credevano ai loro occhi: la storia di Lazzaro, il cane “risorto”

Quando sono intervenuti, i volontari non credevano ai loro occhi: la storia di Lazzaro, il cane “risorto”

Nonostante fosse abituato a stare sempre da solo, il cane si è lasciato avvicinare dai volontari, che l’hanno ribattezzato Lazzaro, perché, appena ha ricevuto le prime cure, ha incominciato ad alzarsi da solo e a zampettare su un prato. Secondo i veterinari, la vita di Lazzaro era appesa ad un filo, se fosse rimasto nelle mani del suo aguzzino sarebbe morto di lì a poco. L’incubo di Lazzaro fortunatamente è finito ed ora attende solo una famiglia che lo adotti e che gli faccia conoscere l’amore, sentimento finora per lui sconosciuto.

Photo Credits: Facebook/Twitter

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