Un giovane cocker ha scavato per ore insieme ai soccorritori per ritrovare il corpo del suo padrone, purtroppo estratto morto dalle macerie del sisma. Dal momento del ritrovamento il cane non si è staccato per un attimo dal suo corpo ed ha vegliato la sua bara durante i funerali. Una storia commovente che testimonia l’immenso amore di cui sono capaci i cani.
Il suo nome è Flash, è un cocker che ha scritto una delle pagine più commoventi nelle tristi vicende del terremoto dei giorni scorsi. Il cagnolino ha scavato per ore tra le macerie di Pescara del Tronto, nelle Marche. Ha scavato incessantemente insieme ai soccorritori, per estrarre il corpo di Andrea Cossu, falegname sardo di 47 anni, originario di Sant’Antioco, ma purtroppo l’uomo ha perso la vita ed è stato ritrovato abbracciato al papà di Flash, Charly, anche lui ormai morto.
Erano insieme – ha raccontato in lacrime Rita Soldati, la moglie di Andrea – perché mio marito deve aver provato a salvarlo. Non abbiamo avuto figli. C’era solo Charly per noi, era speciale. Poi è arrivato Flash, lo abbiamo chiamato così perché è instancabile. Ora, però, se ne sta immobile sul pavimento. È rimasto fermo per ore in camera ardente accanto a mio marito e anche al cimitero. Non è più lui. Lo avete visto tutti.
Flash infatti, dal momento del ritrovamento, non si è separato un istante dal corpo del padrone. Durante in funerali, nella parrocchia di San Benedetto Abate, Flash se n’è stato immobile accanto alla bara del suo amato Andrea, per poi dargli l’ultimo saluto sul sagrato della chiesa e seguirlo anche al cimitero. La famiglia Cossu viveva a Pomezia da molti anni e d’estate si recavano a Pescara del Tronto per trascorrere le vacanze. Nessuno avrebbe potuto immaginare questo tragico epilogo.
La signora Rita racconta: Ero sotto alle macerie e sentivo suonare uno dei campanelli che i miei cani portano legati al collare. Non sapevo se fosse Charly o Flash. Chiamavo mio marito, ma non ricevevo risposta. Subito dopo la prima scossa l’ho sentito urlare “no” e poi Andrea è sparito nel nulla. È stato terribile. A quel punto ho provato a chiamare anche i cuccioli, ma non abbaiavano. Mi hanno tirato fuori dopo cinque ore e poi portato via, in un campo. Lì ho visto una signora con il mio Flash. Aveva un guinzaglio fatto con la corda di una tenda, una di quelle da soggiorno. Era spaesato, ma appena l’ho chiamato è corso da me. È l’unica cosa che mi è rimasta.
Questa storia è la grande testimonianza che anche i cani possono provare dolore per la perdita, al punto da poterne anche morire, come spiegato dal Dott. Vincenzo Luciani, capo degli psicologi inviati sui luoghi del sisma che assistono i parenti del sisma: Un dolore così grande può stroncare un animale domestico in pochi giorni. Per fortuna continua la presenza della signora Rita, per un cane così giovane, potrà scongiurarne la fine. Avere il cane accanto sarà un grande aiuto anche per la donna in questo momento terribile.
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