I pesci rossi abbandonati nei laghi o nei fiumi sono un pericolo per l’ecosistema. Anche perché se sopravvivono diventano dei veri e propri mostri d’acqua dolce
Troppo spesso si accolgono in casa pesci rossi, magari perché li si è vinti a qualche fiera, o perché nostro figlio vorrebbe un cane ma un pesce rosso sembra essere meno impegnativo. Ma poi, con le vacanze, anche loro diventano un peso. Così, può capitare, che si opti per “liberarli” in un fiume o in un laghetto. Ma, va detto, che non è così. Anzi. Moltissimi di questi pescetti abbandonati (perché di abbandono si tratta) muoiono non essendo abituati alle correnti o alle temperature dell’acqua. Senza considerare che tanti non sanno nemmeno procurarsi il cibo da soli.
Eppure, va anche detto che una buona percentuale ce la fa. Cosa accade, quindi ai superstiti? Diventano dei veri e propri mostri d’acqua dolce, che mettono a rischio l’ecosistema. A sostenerlo in una recente ricerca è il Centre of Fish and Fisheries della Murdoch University in Australia: “Le persone lasciano liberi i loro pesci rossi senza rendersi conto dei danni che fanno” ha scritto uno dei ricercatori, Stephen Beatty, sulla rivista Ecology of Freshwater Fish.
Infatti, come forse non sapete ancora, i pesci rossi sono onnivori e si nutrono di tutto ciò che è commestibile, predando uova e pesci più piccoli, oppure cibandosi della vegetazione dei fondali. Così, oltre a minacciare le altre specie, crescono molto rapidamente: come potete vedere dalle foto sono stati recuperati esemplari che pesavano quasi due chili, o altri che avevano nuotato per oltre 200 chilometri. Insomma, come accade per gli altri pet a 4 zampe, se decidete di prendere uno di questi animaletti acquatici non abbandonatelo…
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