Sequestrano il cane alla bimba autistica perché somiglia a un Pit Bull. Ma poi…

Un cane è stato sequestrato dalle autorità a una famiglia (e alla sua bimba affetta da autismo) perché somigliante a un Pit Bull. L’appello per salvarlo

Una famiglia ha subito un’ingiustizia assurda: il loro amato cane gli è stato portato via dalle autorità. Inoltre, nessuno ha detto loro dove il cane era stato rinchiuso. Il motivo? Perché “somigliava troppo a un Pit Bull”, una razza severamente proibita secondo la legge inglese. Quando i poliziotti sono venuti a prendere Darla, la bimba di casa Armer, Maddison, affetta da autismo, non ne voleva proprio sapere di lasciare andare l’animale.

Una scena che, purtroppo, non è l’unica nella “civile” Gran Bretagna, tanto che secondo le statistiche, negli ultimi 3 anni, quasi 5mila cani sono stati portati via alle loro famiglie in applicazione di questa norma e poi abbattuti. Secondo i proprietari, però, Darla non era affatto un cane proibito, ma semplicemente un incrocio tra uno Shar Pei e un Staffordshire Bull Terrier. “Darla non ha mai ringhiato a nessuno in vita sua – ha scritto la mamma di Maddison in un post su Facebook di denuncia – Ha un’indole dolcissima e ci è stata portata via solo perché somiglia a una razza considerata proibita in Inghilterra“.

Per diversi giorni nessuno voleva far sapere agli Armer dove fosse Darla o cosa le fosse successo. Ma per loro era questione era più urgente del solito, proprio perché di mezzo c’era Maddison. “Darla è la migliore amica di Maddison, la aiuta a rimanere calma e quando mia figlia è in difficoltà lei viene ad avvertirmi”. A quanto pare, però, la polizia ha fatto sapere che, dopo un periodo di osservazione e di test, Darla potrà essere inserita in una lista di “eccezioni”. E la pelosa, poche ora fa, è finalmente ritornata a casa.

Per ben 19 notti Maddison non ha potuto avere al suo fianco la sua Darla, ma ora sono di nuovo insieme. La sua storia ha quindi ha avuto un lieto fine, ma non tutti i proprietari sono così fortunati. Anche per questo continua la petizione online diretta al Parlamento inglese perché modifichi la legge del 1991.

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