La foto di Lilly una cagnolina morta in Sicilia perché lasciata sotto il sole dai suoi proprietari ha fatto il giro del web. Ma la vicenda non è limpida come sembra
In questi giorni, la foto di un cane a terra sotto il sole cocente della Sicilia ha fatto letteralmente il giro del web. Quel cane si chiama, o meglio, si chiamava, Lilly e secondo le prime informazioni diffuse è stato lasciato morire di stenti dai suoi stessi proprietari. Il tam tam social è stato pressoché immediato, così come l’indignazione pubblica: come è possibile che un essere umano possa agire così? Perché mai prendere un animale se poi si intente lasciarlo morire così, dal caldo di una torrida giornata di luglio?
Ovviamente non ci sono risposte a dai quesiti, perché se le cose fossero davvero state queste la coppia sarebbe stata non solo da biasimare, ma anche da incriminare. A quanto pare, infatti, Lilly non sarebbe morta in seguito a un colpo di calore, ma perché è stata avvelenata. La sua odissea, come racconta su Facebook il “gattaro di professione” Paolo Pirrè (LEGGI ANCHE: PAOLO PIRRÈ “FINALMENTE LA MIA DOG&CAT HOUSE DIVENTA REALTA’ ”), è iniziata ben prima del tragico epilogo. Secondo il volontario catanese, che il territorio siciliano tutto conosce molto bene, la ragazza finita sotto accusa non ha mai adottato nessun cane, semmai lo ha salvato dalla strada. La giovane quindi ha accudito Lilly e l’ha tenuta in casa, finché, per gravissimi problemi personali non ha dovuto trasferirsi.
Ed è proprio là che sono iniziati i problemi. Molti, in quella regione che ha un altissimo tasso di randagi, l’avrebbero rimessa in strada. Lei no, l’ha portata con sé, anche se per lei nel nuovo appartamento non c’era spazio. La teneva legata (con una corda di 4 metri) nel cortile condominiale, mentre stava cercando un’adozione o un’associazione che le desse una mano. Pirrè ha anche pubblicato le foto delle richieste d’aiuto che la giovane ha scritto all’Enpa. Certo, non sono stati dei proprietari modello come dice naturalmente anche Paolo, ma i veri criminali sono stati coloro che infastiditi da quel cane in cortile che forse abbagliava un po’ o magari mugolava, hanno deciso di avvelenarlo per togliersi il problema. Insomma, a creare il mostro sui social ci vuole molto poco, mentre la situazione del randagismo e dei maltrattamenti agli animali andrebbe affrontata seriamente, soprattutto da chi ci governa.
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