La Lav, insieme ai rappresentanti della Coalizione europea contro la vivisezione, ha lanciato una settimana di mobilitazione contro le aziende cosmetiche che si ostinano a fare sperimentazione sugli animali
Il botox uccide gli animali. Sono circa 90mila, infatti, le vittime a 4 zampe della sperimentazione che non serve a curare gli esseri umani dalle malattie bensì a eliminare gli effetti del tempo sulla pelle. Ecco perché la Coalizione Europea Contro la Vivisezione (Eceae), di cui la Lav (Lega anti vivisezione) è rappresentante per l’Italia, ha lanciato una settimana di iniziative in tutta Europa, dove le più importanti organizzazioni di Francia, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Inghilterra e Italia si sono unite per rendere noti gli orrori che si nascondono dietro a questo business che miete milioni di vittime e inganna i consumatori.
Sono circa 4 anni che si susseguono le continue proteste contro le multinazionali del botox. Tale tossina, infatti, viene messa sul mercato tramite un test, noto come LD50, datato e gravemente impreciso, durante il quale i topi muoiono dopo lente agonie e spasmodiche convulsioni, in seguito alle iniezione di alti dosaggi del principio cosmetico, che paralizza lentamente il sistema respiratorio e porta alla morte per soffocamento. Come sappiamo, il botox è un componente diffuso in molti prodotti per combattere rughe e inestetismi dell’epidermide e continua a essere testato nonostante nell’Unione Europea viga una Direttiva che dal 2013 vieta totalmente ogni forma di sperimentazione sugli animali per fini cosmetici.
Ma in un modo in cui l’apparenza è diventata un valore, davvero si può trovare un’alternativa? Sì, si può. Di recente la compagnia americana Allergan ha ottenuto l’approvazione di un metodo basato su cellule (BotoxTM) dimostrando come sia possibile testare la tossina botulinica senza animali. “I consumatori, scienziati ed istituzioni devono essere consapevoli di quanto sia inaccettabile che migliaia di topi continuino a soffrire e a morire per un prodotto ampiamente diffuso in ambito cosmetico quando, oltretutto, è già disponibile un metodo alternativo – ha detto Michela Kuan, biologa e responsabile Lav dell’Area Ricerca senza animali – è necessario che le autorità e le ditte coinvolte si impegnino immediatamente per far cessare questi crudeli esperimenti sugli animali. La vera bellezza sta nel far cessare questo orrore”.
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