Centinaia gli animali costretti a viaggiare fino in Turchia in condizioni igienico sanitarie critiche, con spazi troppo ristretti e privi di cibo ed acqua. Denunciati tredici stati tra cui l’Italia, per trasporto illegale di animali vivi in condizioni non idonee.
L’associazione tedesca Animal Welfare Foundation ha denunciato ben 13 stati compresa l’Italia, per aver trasportato illegalmente animali fino in Turchia e in particolare a Kapikule. Le indagini, durate circa 5 anni, sono state condotte da tre organismi: Animal Welfare Foundation, Tierschutzbund Zürich e Eyes on Animals, in collaborazione con Compassion in World Farming.
Gli animali viaggiavano in carichi troppo stretti, al punto da non riuscire a sollevare il capo, nel caldo soffocante, privi di acqua e di cibo. Dei camion ispezionati, 247 su 352 violavano il regolamento europeo per il trasporto di animali e, secondo alcune statistiche, il numero di esportazioni di animali dal nostro Paese verso la Turchia si è quadruplicato dal 2014 al 2015.
Iris Baumgartner, direttore della Animal Welfare Foundation, ha dichiarato: Sono passati 5 anni da quando abbiamo presentato la nostra prima lettera di denuncia alla Commissione, che però continua a scaricare la responsabilità sugli Stati Membri, dichiarando di non avere l’autorità per costringerli a fermare le esportazioni animali vivi o per obbligarli a costruire al confine UE-Turchia delle strutture per scaricarli e rifocillarli. In più sono gli Stati Membri che aspettano linee guida da parte della Commissione.
La Fondazione ha presentato una petizione per sensibilizzare l’opinione pubblica contro i trasporti illegali di animali e, se verrà accettata, qualsiasi cittadino avrà la possibilità di firmare direttamente sul sito del Parlamento Europeo. Annamaria Pisapia, la Direttrice di CIWF Italia Onlus, ha dichiarato: Siamo al fianco dei colleghi di Animal Welfare Foundation in questa battaglia contro una delle crudeltà peggiori inflitte agli animali allevati a scopo di alimentare: il trasporto a lunga distanza. Ulteriormente peggiorato quando si tratta di esportazioni in Paesi terzi, dove nemmeno le regole minime di protezione animale valgono più.
Abbiamo gridato a gran voce quanto sia disastrosa la situazione al confine bulgaro-turco e, in queste condizioni, gli animali non dovrebbero partire alla volta della Turchia. Ma, purtroppo, la Commissione Europea sta mostrando una mancanza di volontà politica di cambiare le cose – aggiunge Pisapia – Ancora una volta sono gli interessi commerciali degli Stati Membri a prevalere sul benessere degli animali.