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“L’esperto risponde”: la Filariosi

Nella rubrica settimanale di VelvetPets un esperto potrà risolvere i dubbi sulla salute dei vostri amici a quattro zampe. Questa settimana trattiamo la Filariosi, una pericolosa malattia parassitaria trasmessa dalle zanzare.

La filariosi è una malattia veicolata dalle zanzare ed in particolare dalla zanzara tigre la maggiore responsabile della diffusione della malattia. A seconda del parassita veicolato, la filariosi può presentare una forma cardiopolmonare – la forma più grave – (causata da Dirofilaria immitis), oppure cutanea (causata da Dirofilaria repens). Entrambi i parassiti che danno luogo alla malattia sono piccoli vermi, tondi e bianchi, appartenenti alla classe dei Nematodi e sono trasmessi ai nostri animali dalle zanzare tramite il loro pasto di sangue.

La malattia colpisce cani e gatti ed è diffusa soprattutto al Nord, in particolare nella Pianura Padana, nelle zone attorno al Po e nelle zone lacustri, ma sono in costante aumento casi anche in altre aree geografiche, quali la Toscana, le zone pianeggianti e costiere della Sardegna ed alcune aree della Sicilia e della Campania.

Le larve del parassita Dirofilaria immitis entrano nel sistema circolatorio e, attraverso il circolo sanguigno si localizzano nelle vicinanze di cuore e polmoni, provocando disturbi cardiaci e respiratori. Una volta diventati vermi adulti (lunghi anche fino a 15 cm), i parassiti crescono e si diffondono in maniera talmente massiccia che, se la malattia non viene diagnosticata e curata in tempo, può portare in breve tempo alla morte dell’animale colpito.

I vermi adulti delle larve di Dirofilaria Repens vanno invece a localizzarsi nel sottocute e in questo caso i danni sono più lievi. Questa forma di filariosi, diversamente da quella polomonare, può colpire anche l’uomo, costituendo una zoonosi. La malattia può manifestarsi anche a distanza di mesi rispetto al momento del contagio e i parassiti adulti sopravvivono a lungo negli animali, arrivando a una durata di 5-6 anni di vita. Per tale motivo è molto importante sottoporre i propri animali test periodici di controllo. Una singola puntura di zanzara può trasmettere contemporaneamente entrambe le filariosi.

 

SINTOMI

La malattia si contrae di solito nel periodo che va da aprile a ottobre, in cui sono presenti le zanzare. I primi sintomi compaiono tuttavia diversi mesi dopo l’infestazione, quando l’organismo reagisce contro il parassita e il cuore, danneggiato e indebolito dalla presenza delle filarie, inizia a funzionare male. Il cane appare stanco, tossisce, è affannato anche dopo sforzi lievi e diventa sempre più inappetente e depresso.

Questo quadro sintomatologico va sotto il nome di “sindrome da minor rendimento”. In seguito, il danno cardiocircolatorio si aggrava e la malattia si ripercuote negativamente su tutto l’organismo, provocando difficoltà respiratorie, accumulo di liquido a livello addominale e problemi neurologici.

TERAPIA
La terapia della filariosi cardiopolmonare nel cane è complessa e prevede l’adozione di misure farmacologiche, che devono essere dosate attentamente da un veterinario esperto in base allo stadio della malattia e alle condizioni dell’animale. I danni cardiaci causati dalla filariosi ad ogni modo non sono reversibili.

PROFILASSI
Per i cani che risultino negativi al test sierologico la profilassi consiste nella somministrazione di un farmaco, l’Ivermectina, che viene rapidamente eliminato dall’organismo (entro 72 h), fattore che ne accresce la sicurezza, evita qualsiasi interferenza con l’organismo e garantisce dalla comparsa di parassiti resistenti.  L’Ivermectina elimina, infatti, le larve inoculate dalle zanzare nei 30-40 giorni antecedenti il trattamento, intervenendo prima che esse inizino la loro migrazione verso il cuore.

Consente, inoltre, di poter iniziare fin da cuccioli la prevenzione e di modularne la durata in funzione delle diverse condizioni climatiche.
Il farmaco è attivo contro entrambi i tipi di filariosi ed è sufficiente somministrare all’animale questo principio attivo una volta al mese per tutto il periodo a rischio (dalla primavera ad autunno inoltrato) per prevenire il rischio di contagio. È fondamentale ricordare però che, prima di iniziare qualsiasi trattamento farmacologico, è necessario rivolgersi a un medico veterinario esperto e seguire alla lettera le sue indicazioni.

Photo Credits: Twitter

Redazione

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