Lo sceicco Al-Fazwan ha vietato i selfie con i gatti, ma anche con gli altri animali domestici e non. Le foto non vanno scattate se non assolutamente necessarie
I video dei gattini piacciono a tutti, lo sappiamo bene. Così, come le foto. O, almeno, così credevamo visto il proliferarsi del fenomeno “via etere”. Ma nel nostro tutti, evidentemente, non avevamo considerato lo sceicco Al-Fazwan, che in Arabia Saudita fa parte di un consiglio di 21 persone deputate a interpretare la legge religiosa e che ha da poco lanciato una nuova fatwa (ribattezzata subito dal web “catwa”) contro l’usanza, secondo lui un po’ troppo dilagante, di scattarsi foto con animali domestici o, comunque, con animali in genere.
A quanto pare, Al-Fazwan sarebbe venuto a conoscenza del fenomeno dei “gattini” in Rete solo di recente, dopo che uno spettatore gli aveva chiesto delucidazioni durante una trasmissione televisiva. La risposta dell’autorità islamica, però, non ha lasciato spazio a molti dubbi: “Scattare foto è proibito, se non per assoluta necessità – avrebbe sbottato il religioso – Sono vietate in compagnia di gatti, cani, lupi o qualsiasi altra cosa”.
LEGGI ANCHE: IL GATTO CHE SI FA I SELFIE, MA È DAVVERO LUI A SCATTARE?
Quello di evitare i selfie con i pelosi, però, non è l’unico divieto “particolare”: solo a gennaio scorso, ad esempio, a essere bandito era stato il gioco degli scacchi, in quanto considerato alla stregue di quello d’azzardo, mentre a febbraio, nella capitale Riyad, alle donne era stato vietato di entrare in un caffè Starbucks dove il muro di separazione tra maschi e femmine era stato temporaneamente abbattuto. Se queste rigide interpretazioni dell’Islam possono far storcere il naso a noi occidentali, va ricordato come ad esempio in Arabia Saudita sia assolutamente vietato maltrattare gli animali: tanto che non molto tempo fa un uomo in Iran è stato condannato a 74 colpi di frusta e ha una sanzione riabilitativa per aver ucciso il proprio cane. Diciamo che anche in questo caso, forse, la ragione sta nel mezzo.
Photo Credits Facebook