Molte province spagnole hanno detto “basta” alle inutili e barbare uccisioni di tori durante la storica manifestazione del Toro de la Vega. Dopo secoli di proteste, finalmente molti spagnoli si sono resi conto dell’inopportuna violenza e brutalità contro poveri animali indifesi.
In questi giorni il Governo di Castilla e León – comunità autonoma a nord della Spagna che raccoglie le nove province di Ávila, Burgos, León, Palencia, Salamanca, Segovia, Soria, Valladolid e Zamora – ha emanato un Decreto Legge per vietare l’uccisione dei tori del famoso torneo del Toro de la Vega che ogni anno attira milioni di turisti in Spagna.
Gran parte dell’opinione pubblica ha sostenuto il PACMA (Partido Animalista Contra el Maltrato Animal), contro il torneo di origini medievali che dal 1980 era stato dichiarato un evento di interesse turistico. Il torneo consiste in una festa che si svolge a settembre a Tordesillas, in provincia di Valladolid, caratterizzata dalla caccia e dall’uccisione di un toro, che viene inseguito e ferito con delle lance da uomini a cavallo in un percorso senza nessuna possibilità di fuga.
Nella maggior parte dei casi i tori muoiono dissanguati già a metà percorso, lasciando ai passanti scene raccapriccianti. La crudeltà che caratterizza questa festa popolari è aggravata dal confronto impari tra centinaia di uomini contro una sola vittima.
Un oltraggio alla dignità della Spagna – furono queste le parole del politico Pablo Iglesias quando attaccò il Festival su Twitter. Anche Pedro Sanchez, il leader dei socialisti, annunciò che avrebbe vietato la festa se fosse diventato primo ministro. Il decreto non impedisce la festa, vieta solo che il toro sia ucciso a colpi di lancia, come vorrebbe tradizione. L’obiettivo – spiega il consigliere José Antonio de Santiago-Juárez – è di adattare feste e tradizioni alla cultura e alla sensibilità del ventunesimo secolo.
Soltanto la polizia ha l’autorizzazione di uccidere l’animale se diventa una minaccia per i spettatori e spetterà al comune di Valladolid e Tordesillas, se continuare la festa secolare con una versione modificata.
Il Decreto Legge, per essere approvato, dovrà essere convalidato dalla corte di Leon e Castilla entro 30 giorni ed andrà a modificare per la prima volta, una delle feste più storiche della Spagna, ponendo finalmente fine ad un indicibile scempio.
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