Divorzia e il giudice lo condanna a pagare gli alimenti al cane: “Era di famiglia”

Un uomo della provincia di Pavia è stato condannato a pagare gli alimenti all’ex moglie per mantenere il loro cane. Un fatto che sta facendo discutere

Si amavano ed erano una famiglia lei, lui e il cane. Poi sono nati i primi litigi e la situazione è precipitata. La coppia ha deciso di separarsi, un giorno sono arrivate le carte bollate e marito e moglie hanno preso strade diverse. Da dividere però c’era ancora Lulù, l’adorato Golden Retriever. Così, i 2 quarantenni in questione, originari della provincia di Pavia, hanno chiesto ai propri avvocati di concordare un piano dettagliato non solo per spartire la casa, i mobili o le auto ma anche per il 4 zampe. Tanto che come scrive il Corriere della sera, il giudice ora, emettendo il decreto di omologazione, ha stabilito che Lulù resterà all’ex moglie, ma che lui le verserà gli “alimenti” per contribuire al suo mantenimento. In compenso potrà vederlo di tanto in tanto, ma solo previo appuntamento.

Purtroppo, il caso degli ex lombardi non è il solo nel nostro Paese. Sempre più spesso, infatti, gli animali domestici entrano nelle cause di divorzio o di separazione dei nostri connazionali. “Queste notizie sorprendono l’opinione pubblica ma non noi legali – ha spiegato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, al Corriere – perché oramai le coppie litigano più per gatti o cani che per le case. Per questo spero che presto venga approvata una proposta di legge, ferma in Parlamento, che modificherebbe il codice civile e disciplinerebbe con chiarezza il caso degli affidi degli animali dopo una separazione sottraendoli alla sola giurisprudenza formatasi in questi anni”.

“Per fortuna, negli ultimi anni, si è affermata una nuova coscienza di amore e rispetto per gli animali e i loro diritti – ha detto a tal proposito l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, prima firmataria del disegno di legge – e per questo ho ritenuto necessario cambiare prospettiva al diritto italiano che ancora oggi considera gli animali come dei semplici oggetti”. Come ricorda la stessa Brambilla, Austria, Svizzera e Germania si sono già adeguate al trattato di Lisbona, che impone ai Paesi membri di trattare gli animali come esseri senzienti. “La mia proposta di legge – ha concluso la deputata – mira a tutelare gli animali e il loro benessere perché anche loro possono risentire delle separazioni familiari e dell’eventuale allontanamento dalla casa in cui hanno trascorso parte della loro vita. Per questi motivi chiedo alla politica di approvare il provvedimento al più presto”.

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