‘Truman’, il nuovo film col cane che commuove e fa pensare [VIDEO]

Non ci capita spesso di consigliare un film da guardare al cinema, ma con Truman ci sentiamo di farlo, perché il cane protagonista fa riflettere e pensare

Vero, solitamente non è nostro compito consigliare un lungometraggio, ma se avete amato la storia di Hachiko e, come chi scrive, avete versato lacrime su lacrime per Io & Marley è arrivato al cinema un nuovo film, in sala proprio in questi giorni (LEGGI ANCHE SU VELVET CINEMA: I FILM IN SALA DAL 21 APRILE), che vi farà commuovere e pensare. Si tratta di Truman, ultimo lavoro del regista Cesc Gay, che dopo è tornato sul grande schermo con un “gioiellino di semplicità e umanità” come è stato definito, che ha letteralmente dominato l’ultima edizione dei Goya (ovvero i cosiddetti “Oscar” del cinema spagnolo).

Protagonista della pellicola è un uomo che vive solo con un cane e che, quando scopre di avere un male incurabile, decide di spendere il tempo che gli rimane con le poche persone di cui si fida, anche perché ha bisogno di trovare una nuova famiglia per Truman, il suo “secondo figlio”, quello che ora ha più bisogno di aiuto, perché rischia di finire in un canile. E così gli spettatori si trovano di fronte a Truman, uno splendido Bullmastiff placido e sornione, che sembra comprendere appieno (già, loro lo fanno, ndr.) il momento difficile che il suo proprietario sta vivendo e che, forse, capisce anche il perché quell’uomo che lo ha sempre amato ora sta cercando di darlo via.

Certo, Truman non è un animale avventuroso, non risolve i casi d’omicidio e non salva nessuno. È un cane come sono i cani di casa, dolci, pigri e con poche pretese: riposa sul pavimento se può e passeggia volentieri al guinzaglio col suo bipede. Ed è proprio questa la sua forza. Perché è questo che basta a rassicurare il suo papà umano, che dopo una vita spesa un po’ arrancando, grazie al 4 zampe ha trovato la sicurezza e il sentimento che gli era mancato prima. “E’ sempre difficile lavorare con gli animali – ha dichiarato in un’intervista il regista Gay – ma Troilo (questo il vero nome), che era anche un cane da pet therapy per bambini autistici, si è dimostrato un autentico fuoriclasse, dotato di sensibilità e personalità uniche”. Purtroppo, va detto che dopo le riprese il cane, è morto.

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