“L’esperto risponde”: la Leishmaniosi canina

Nella rubrica settimanale di VelvetPets un esperto potrà risolvere i dubbi sulla salute dei vostri amici a quattro zampe. Questa settimana avremo indicazioni su sintomi, diagnosi, terapia e prevenzione della Leishmaniosi canina, una malattia cronica molto grave che può colpire anche l’uomo.

Con l’arrivo della stagione calda aumenta il rischio per i nostri amici a 4 zampe di essere esposti alla possibilità di contrarre la Leishmaniosi, una malattia molto grave, che può colpire anche l’uomo, per questo motivo è molto importante imparare a conoscerla per poterla efficacemente prevenire.

La Leishmaniosi è una zoonosi, malattia infettiva protozoaria contagiosa causata dal parassita Leishmania Infantum trasmesso dalla puntura di piccoli insetti, i flebotomi (pappataci), che in Italia sono generalmente più attivi da maggio a ottobre, in particolare nelle isole e nelle zone litoranee del Centro e del Sud e del medio versante Adriatico, che rappresentano le aree a maggior rischio. Negli ultimi anni però, a causa delle mutazioni climatico-ambientali, il fenomeno si è esteso anche al Nord Italia, con una certa percentuale di casi, soprattutto nelle molte aree collinari prealpina e preappenniniche (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli). Si tratta di una malattia cronica grave, molto diffusa, che provoca danni progressivi e irreversibili al cane spesso con esiti fatali, per questo motivo la prevenzione è estremamente importante, allo stesso modo della diagnosi precoce.

Come si trasmette?

I vettori che trasmettono questa malattia sono i cosiddetti pappataci, insetti ematofagi simili a una piccola zanzara. Per ammalarsi il soggetto deve essere punto da un flebotomo. Una volta punto, il cane diventa a sua volta portatore del parassita, con un periodo di incubazione è molto variabile che può durare anche vari anni. Il cane “positivo” alla Leishmania si trasforma in un serbatoio di parassiti. La puntura del flebotomo non causa sempre la malattia, La variabilità di risposta all’infezione dipende principalmente dalle difese immunitarie del cane.

È contagiosa per l’uomo?

Sì, la Leishmamiosi è trasmissibile da cane a cane e dal cane all’uomo.

L'Esperto risponde: la Leishmaniosi canina

Come si distinguono i flebotmi dalle normali zanzare?

Le caratteristiche dei flebotomi sono: corpo di colore giallo-pallido o giallo-ruggine, piccolo, lungo circa 2-3 mm (fino ad un massimo di 5), coperto da lunghi e fitti peli; il torace e l’addome formano un angolo quasi retto (ciò che li rende riconoscibili anche ad occhio nudo); testa allungata ed inserita sul collo in modo da formare un angolo di 45°; occhi composti, voluminosi, di colore scuro, situati ai lati della testa (appaiono rotondeggianti se visti di profilo e reniformi dorsalmente); palpi (appendici articolate in rapporto con l’apparato buccale aventi funzione sensoriale) pelosi ricurvi; proboscide corta e diretta verso il basso; antenne lunghe, pelose, costituite da 16 segmenti o articoli (alcuni di questi fungerebbero da organi di senso); ali grandi, pelose, di forma subovale. I flebotomi pungono prevalentemente nelle ore notturne. Nel sito dove è avvenuta la puntura può manifestarsi una reazione cutanea locale, pruriginosa, con formazione di una piccola papula che può persistere per alcune settimane. Conseguentemente alla puntura si può verificare una reazione allergica, e in alcuni casi febbre e cefalea.

Quali sono i principali sintomi?

La Leihsmaniosi può manifestarsi con una serie di sintomi che possono presentarsi contemporaneamente o singolarmente. La sintomatologia e i segni clinici possono pertanto essere, nei casi non conclamati, multiformi e talvolta difficili da inquadrare

I principali sintomi comprendono:
Dermatite secca esfoliativa con forfora
Perdita di peso in modo più o meno rapido.
Alopecia, ovvero perdita di pelo intorno agli occhi, sulle zampe, sul dorso.
Lesioni alle orecchie, con perdita di pelo ed ulcere sanguinolente.
Perdita disangue dal naso (epistassi) dovuta a ulcere nella mucosa orale, in cui sono presenti i parassiti.
Crescita accelerata delle unghie (onicogrifosi).
Dolori articolari e mal di schiena: il cane se ne sta spesso immobile in piedi, tenendo la testa bassa per cercare sollievo.
Lesioni oculari, dovute a unauveite e iridociclite.
Danni e disfunzioni renali uniti a polidipsia, poliuria, anoressia, vomito, diarrea, ulcere orali
Danni neurologici
Coma uremico

L'Esperto risponde: la Leishmaniosi canina

Come si effettua la diagnosi?

La diagnosi viene effettuata sul sangue, sull’urina, su prelievi citologici di linfonodi, midollo osseo e milza. Il sangue viene valutato quali-quantitativamente nelle sue componenti cellulari (esame emocromocitometrico), in quelle proteiche plasmatiche (elettroforesi) e dal punto di vista immunologico, alla ricerca degli anticorpi indicanti il contatto col parassita (immunofluorescenza) o del parassita stesso (PCR); dall’esame del siero si ricavano informazioni sulla funzionalità degli organi interni, specie fegato e reni. L’urina dà informazioni sulla funzionalità renale, valutatone il peso specifico, il contenuto in proteine, le cellule presenti. Sul midollo osseo, milza ed i linfonodi si ricerca la presenza del parassita tramite esame microscopico e PCR.

Qual è la terapia?

I protocolli terapeutici sono oggetto di continui studi e verifiche di efficacia ed attualmente alcuni soggetti possono guarire. Cani che reagiscono molto bene alla cura possono continuare a vivere anni senza più manifestare i sintomi ed alcuni possono negativizzarsi sierologicamente. Tuttavia sono possibili delle recidive e per questo motivo in genere si effettuano esami di laboratorio periodici. I farmaci che hanno maggior successo sono quelli a base di antimoniali, come l’antimoniato di metil-glucamina, che è considerata la terapia d’elezione in associazione con un altro farmaco, l’allopurinolo, ma sono attivi parzialmente anche il metronidazolo e alcuni chinoloni. Inoltre, la miltefosina, un farmaco usato da anni in medicina umana come chemioterapico, ha mostrato nei primi studi un’efficacia sovrapponibile a quella dell’antimoniato di metil-glucamina. La miltefosina viene somministrata per via orale nel cibo, al contrario l’antimoniato di metil-glucamina deve essere somministrato per via parenterale prevalentemente sottocutanea. Numerosi sono i casi di negativizzazione del parassita con gli attuali protocolli di cura, ma ciò non rende purtroppo l’animale esente da un eventuale ricontagio o reinfestazione.

Esiste un vaccino?

Diversi vaccini sono disponibili: Leishmune®, Leishtec, e CaniLeish®. I vaccini di prima generazione prevedono forme vive di Leishmania; i vaccini di seconda generazione prevedono a batteri vivi ricombinanti che esprimono antigeni di Leishmania e DNA plasmidi codificanti-antigeni. Il Leishmune della Azienda brasiliana Fort Dodge Animal Health è stato il primo e contiene una frazione purificata di L. donovani più un adiuvante a base di saponina. Il vaccino è indicato per cani asintomatici e sieronegativi. Da aprile 2012 è disponibile in Italia il primo vaccino europeo contro la leishmaniosi canina, sviluppato e commercializzato dall’azienda farmaceutica Virbac. Il vaccino Europeo è il CaniLeish della Virbac. Non vi sono significative differenze tra i vari tipi di vaccini. Sembra che dal 6 al 54% delle infezioni possa essere prevenuto con la vaccinazione, perciò risulta un’alternativa valida e/o complementare ai mezzi terapeutici e profilattici attualmente a disposizione. La prima vaccinazione va eseguita su cani di almeno 6 mesi di età, dopo l’esecuzione di un test rapido per accertare che il cane non sia sieropositivo alla malattia e, in caso di negatività, comprende 3 inoculazioni di vaccino distanziate 3 settimane l’una dall’altra. Fatto ciò si procede come per tutte le altre vaccinazioni con un richiamo annuale.

Come può essere attuata una profilassi?

La profilassi per il cane rivolta alla protezione dagli insetti, avviene tramite l’applicazione sull’animale di prodotti repellenti contenuti in collari, spray o fiale spot-on da applicare sulla cute, che hanno dimostrato in test e ricerche scientifiche un’azione attiva contro il flebotomo, ospite intermedio. Poiché il flebotomo vive tra l’erba e colpisce soprattutto di notte, è meglio non far dormire il cane in giardino almeno nelle aree geografiche più colpite dalla malattia. Un altro tipo di intervento profilattico molto utile è l’uso di insetticidi unito ad operazioni di bonifica ambientale atte ad eliminare le cause favorenti il loro sviluppo larvale. Altre misure di protezione sono le zanzariere a maglie molto fitte applicate a finestre e porte e l’evitare di soggiornare all’aperto durante le ore notturne nella stagione calda, limitando anche le passeggiate serali del cane.

Photo Credits: Twitter/Facebook

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