Quando si parla di animali ci sono casi di cronaca che diventano subito virali. Poi ci sono casi altrettanto gravi che non hanno lo stesso clamore. Parliamo della cagnolina Abelarda, ultimo “rottame” giunto alla Clinica Veterinaria Duemari di Oristano, la stessa che ha salvato il cane Palla per intenderci. Abelarda, questo il nome che è stato scelto per lei, è stata ricoverata solo un paio di giorni fa: “Non facciamo in tempo a gioire per le adozioni prossime che arrivano subito altri rottami – scrive la responsabile sulla pagina Facebook – Stasera è la volta di questa povera vecchietta di 5 chili. Di cui 4 chili di ossa e 500 grammi di pulci. I rimanenti 500 grammi sono gli occhi e le orecchie. La abbiamo chiamata Abelarda, recuperata a Nurachi… E non dirò quello che penso degli amministratori“.
Già perché la bestiola, secondo quanto afferma anche il sito www.unionesarda.it, vagava da giorni per le vie di Nurachi, in provincia di Oristano, tra l’indifferenza dei passanti. Poi, finalmente, qualcuno mosso dalla compassione ha chiamato i soccorsi. Per arrivare al suo ricovero, però, è stato richiesto l’intervento addirittura dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) di Oristano e del 112. Attraverso i carabinieri è stato così sollecitato l’intervento di un addetto della Asl. Quest’ultimo però non avrebbe ricevuto alcuna risposta da parte dell’amministrazione comunale. Alla fine è stato il servizio veterinario della Asl di Oristano a concedere il nulla osta per il ricovero dell’animale. La cagnetta è ora sotto osservazione, oltre alla rogna potrebbe aver contratto anche la leishmaniosi.
Insomma, nessuno faceva niente perché nessuno voleva prendersene la responsabilità e, soprattutto, pagare il conto. Sulla vicenda, inoltre, è intervenuto (sempre sui social) Andrea Atzori, dell’Oasi Felina di Su Pallosu: “Questo povero cane era libero, quasi sicuramente un abbandono“. Atzori sostiene che chi lo ha trovato ha dovuto fare moltissime telefonate prima di trovare qualcuno disposto ad aiutarlo. “Per legge tutti i cani liberi son di competenza del comune ove vivono e dunque comune e Asl se ne devono occupare – ha aggiunto – Di competenza vuol dire che per legge a pagare le spese deve essere amministrazione comunale, di concerto con la Asl. Ebbene a quanto riferiscono tutti i protagonisti il comune, come spesso capita in questi casi ha cercato di lavarsene le mani le mani“.
Fortunatamente, almeno questa volta, tutto è bene quel che finisce bene e Abelarda ora è al sicuro. Ma quanto spesso accade (e non soltanto in Sardegna) che un cittadino coscienzioso che vuole fare la cosa giusta davanti un animale abbandonato trova poi mille ostacoli proprio dalle istituzioni? Quanti poi alla fine rinunciano? Riflettete, gente, riflettete.
Foto by Facebook
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