Smurf, il gatto tinto di viola usato come esca nei combattimenti tra i cani

E’ piccolo, denutrito e il suo mantello è di uno strano colore viola. E’ Smurf (ovvero “puffo”) un mini gatto che pesa poco più di 800 grammi che è stato trovato in una scatola di cartone con un po’ di cibo avanzato e dei limoni affettati. Portato immediatamente al rifugio Nine Lives Foundation in California, i medici per prima cosa hanno tentato di eliminare quella nuance innaturale dal suo pelo, ma hanno avuto una brutta sorpresa: chi ha colorato Smurf lo ha fatto con una tintura di tipo industriale permanente, come quelle che si usano per colorare definitivamente i capi di abbigliamento. Ed è per questo che il pelo viola probabilmente gli rimarrà addosso per sempre.

A nulla, infatti, sono valsi i tentativi di lavaggio e tosatura, che hanno però portato alla luce una serie di tagli e morsi profondi. Secondo una delle volontarie che si è presa carico del micio, Monica Rudiger, quelle ferite coinciderebbero con la pratica dell’addestramento dei cani da combattimento. Purtroppo, come è noto, molto spesso per addestrare i cani e renderli più violenti vengono usate delle “esche vive” come i cuccioli di gatto. Nonostante tutte le sofferenze infertegli, però, Smurf ha reagito bene alle prime cure e ha cercato di interagire con gli altri gatti ospiti della struttura.

surf pezzo

Il micetto ha anche dovuto subire un piccolo intervento alla zampa posteriore, ma ha superato bene l’operazione e, almeno per il momento, tutto quello di cui ha bisogno è un po’ di riposo e di amore. Certo, non sarà una ripresa rapida, ma i veterinari sono certi che Smurf riuscirà a cavarsela, anche se rimarrà di quel colore particolare. Quando si sarà rimesso del tutto, inoltre, il gattino verrà dato in adozione e, a quanto pare, sono già tantissime le richieste. Infatti, appena la sua storia è stata resa nota dal sito The Dodo, si è scatenata una sorta di gara di solidarietà per lui. E speriamo che possa presto trovare una famiglia che gli faccia cancellare i drammi subiti.

Foto by Facebook

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