Veterinario critica Report, le sue parole tagliate: “Strano modo di fare giornalismo verità”

Ci sono notizie che lasciano nel lettore l’amaro in bocca e un senso di impotenza. Come di fronte all’inchiesta sul cibo confezionato per animali di Report, tanto che dopo aver visto il servizio in molti si sono chiesti: “sì, ma ora cosa devo dare da mangiare al mio cane o al mio gatto?“. Ora, però, dai social arriva la protesta di uno dei veterinari intervistati dall’inviata Sabrina Giannini, Andrea Zatelli, esperto nelle malattie renali degli amici pelosi, che sostiene che dalla sua intervista, che in origine durava circa 7/8 minuti, siano invece state estrapolate solo 2 frasi fuori contesto che duravano pochi secondi non rendevano affatto il suo pensiero.

E, solo pochi minuti fa, in questo martedì 8 dicembre festoso, Zatelli è tornato a “parlare” dalla sua pagina Facebook (la Renalmanage, ndr.): “Diverse condivisioni di quanto ho pubblicato il 7 Dicembre definiscono il testo come la versione integrale dell’intervista a ‘Report’ – ha scritto il medico – Desidero sottolineare, come ho scritto, che rappresenta il mio pensiero, in sintesi espresso anche alla giornalista di Report prima e durante la registrazione dell’intervista e non la versione integrale della stessa“. Ma cosa aveva dichiarato il veterinario?

Zatelli ha raccontato di aver incontrato la Giannini a un seminario di Milano e di aver parlato con lei durante una pausa caffè, poco tempo secondo il professionista per affrontare un tema importante come quello delle malattie renali, ovvero quello per cui era stato contattato. Anzi, a dire il vero, Zatelli avrebbe dovuto spiegare perché molti colleghi prescrivevano “diete preconfezionate” ai loro pazienti nefropatici. Questo, quello che il dottore avrebbe detto alla Giannini: “La mia opinione è che esistano motivi professionali e scientifici per prescrive una dieta di questo tipo“. I risultati delle ricerche, ad oggi, danno ragione a Zatelli, la maggior parte dei pet con problemi renali che mangia in questo modo riesce a evitare crisi e a vivere di più.

Questo è il punto chiave del perché consiglio un ‘trattamento’ – prosegue il veterinario – sulla base delle conoscenze e delle pubblicazioni che ne hanno dimostrato l’efficacia nel migliorare la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti. Le ‘diete preconfezionate’ per nefropatici possono fare male? Sinceramente non lo so, non conosco pubblicazioni (sarà mia ignoranza) che lo abbiamo dimostrato. Personalmente ho avuto l’opportunità di seguire nel tempo molti pazienti, cani e gatti, affetti da malattia renale ed alcuni sono arrivati a morte per una patologia oncologica, ma questo non lo ritengo utile per poter stabilire un nesso di causalità tra dieta e cancro“.

A questo punto, il dottore lancia una sua personale ipotesi: “Al limite la prima banale considerazione che mi viene da fare è che, se una volta i gatti vivevano 14 anni di media ed oggi ne vivono 20, possa aumentare l’incidenza delle malattie oncologiche perché vivono più a lungo“. Attenzione, perché poi il medico dice pure una cosa molto giusta, se queste ricerche esistono, se ci sono dati che confermano che questo tipo di alimentazione fa venire il cancro è bene che la comunità scientifica tutta ne venga a conoscenza. Le nuove tecnologia, i social network oggi permettono di diffondere qualsiasi tipo di notizia: “Se un libero professionista od un universitario decidono di pubblicare i risultati di una loro ricerca indipendente possono assolutamente farlo e certamente non troveranno tutti i revisori ‘pagati dalle aziende’“.

Insomma, Zatelli sostiene di parlare con dati alla mano, mentre non ne ha della controparte anche se sarebbe felice di poter discutere con i suoi colleghi che la pensano diversamente e confrontare le varie esperienze. Fatto sta che l’amaro in bocca rimane comunque, perché sembra proprio che la strada da percorrere prima di fare chiarezza sulla questione pet food sia ancora lunga. Detto ciò, quello che per noi che scriviamo e per molti comuni cittadini con cui abbiamo parlato dopo Report è il racconto delle aziende, magari piccole e ancora poco note, magari a conduzione familiare, che invece fanno cibo confezionato ma in modo etico e salutare. Noi ci ripromettiamo di presentarvele in questi giorni, cercheremo di fare un’attenta selezione, per il resto il consiglio è sempre lo stesso: se avete un veterinario di fiducia con cui vi siete sempre trovati bene, continuate a seguire le sue indicazioni, il fai-da-te preso da Internet, alcune volte può essere molto pericoloso.

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