La storia che vogliamo raccontare è controversa. Perché i protagonisti sono un senza fissa dimora, un barbone come viene comunemente chiamato, e il suo cane. Di accattonaggio con animali, ultimamente, vi abbiamo parlato, perché, purtroppo, dietro chi chiede l’elemosina con un 4 zampe al seguito spesso si nasconde un vero e proprio racket criminale fatto di persone senza scrupoli che sfruttano i pelosi solo per commuovere la gente. Ma, attenzione, ci sono anche le eccezioni.
E Daniel, un clochard rumeno che vive a Gallarate, in provincia di Varese, è senza dubbio una di questa. Perché per lui il suo cane è la sua famiglia. Pensate che, quando la pattuglia che li ha “sfrattati” dall’area sotto il ponte della Mornera li ha visti, cane e proprietario dormivano abbracciati sotto una coperta. Ma la zona “andava ripulita” come scrive il sito www.laprealpina.it e così Daniel è stato allontanato, l’animale sequestrato e portato in un canile. Un dolore terribile per l’uomo, ma anche per il cagnolino che si è visto improvvisamente rinchiudere in una gabbia, senza aver commesso nessuno crimine.
Ed è per questo che Daniel ha chiesto aiuto a un avvocato, Pietro Romano, e con tutto il coraggio che aveva gli ha raccontato quello che era successo. Il legale, che già conosceva il rumeno e che questa estate era intervenuto con un’istanza per fargli restituire uno zainetto che gli era stato sequestrato, si è così presentato al comando della polizia e non se ne è andato fino a quando gli agenti non sono stati in grado di spiegare dove fosse finito il suo cane. Poi ha accompagnato il barbone al canile e, dopo aver pagato la somma di 72 euro, è riuscito a ricongiungere quel nucleo familiare che forse per qualcuno è poca cosa, ma per chi nella vita non ha niente è davvero tutto. Una cosa che dovrebbe far riflettere anche l’ordine costituito, perché va bene combattere il crimine, ma quando si parla d’amore è un’altra cosa…
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