Il test di gravidanza fai-da-te era positivo e, ora, anche le analisi del sangue lo confermano, siete incinte. Insieme alla gioia, però, un dubbio vi assale: cosa fare con il gatto di casa? E, soprattutto sono vere le storie che si sentono sui mici e la Toxoplasmosi, tanto rischiosa per la salute del bambino che portate in grembo? Per fare chiarezza sulla questione, e smontare quella che è diventata quasi una “leggenda popolare”, abbiamo chiesto un parere professionale alla dottoressa Laura Jurilli, medico veterinario, socio fondatore presso la Clinica Veterinaria Gaia di Ancona.
Dottoressa, possibile che ancora oggi in molte abbiano paura di contrarre la Toxoplasmosi da un gatto?
Purtroppo sì. Anche se io davvero non capisco cosa possa aver generato quest’ansia che, tra l’altro, è del tutto infondata. Credo che in un certo senso la responsabilità sia di alcuni medici generici o dei ginecologi che, invece, di informarsi su questioni che non sono di loro competenza (come i gatti) preferiscono mettere le mani avanti e spaventare le pazienti.
Ma quindi un minimo rischio esiste?
Se parliamo di probabilità è più facile prendere la Toxoplasmosi dall’insalata che da un gatto domestico. Un micio che vive in casa e non esce non ha possibilità di contrarre il toxoplasma. Ma anche nel caso di un gatto infetto e dell’eventuale contatto con le sue feci, va anche detto che la carica infettante è talmente bassa che il contagio sarebbe davvero molto difficile. L’ambiente casa in generale non permette al toxoplasma di diffondersi, perché non è l’habitat per lui.
Quali sono allora le vie del contagio?
L’ingestione di carni crude o poco cotte, di verdure crude cosiddette “del contadino”, ovvero non sterilizzate. In alcuni casi l’infezione può avvenire in seguito a trasfusioni di sangue. Ma i gatti e gli animali in genere c’entrano proprio poco. E di questo ne sono più che sicura perché io stessa quando sono rimasta incinta ho approfondito la questione seriamente. Senza contare gli anni di lavoro e di esperienza che ho fatto e faccio ogni giorno sul campo.
Noi consigliamo di evitare le uscite al peloso, che comunque a lungo andare potrebbero portare a lui problemi di altro genere (come la Fiv, cioè l’immunodeficenza felina) e di far svuotare la lettiera a qualche altro membro della famiglia. Meglio anche evitare di dare al micio carne cruda (e di toccarla senza guanti) e, se si è in ansia, è possibile far eseguire dal proprio veterinario un’indagine sierologica per il toxoplasma per valutare se è entrato a contatto con il parassita di recente. Così da escludere ogni possibilità. Poi, ovviamente, vanno seguite diete bilanciate come dicono i dottori che di puerpere e bambini sono esperti sicuramente più che di animali.
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