Poco più di un anno fa è nata Winnie. Anzi, “Mini Winnie”, la prima cagnolina clonata della storia della Gran Bretagna. E, ovviamente, la notizia ha fatto il giro del mondo. Oggi, a distanza di tempo, la sua proprietaria, Rebecca Smith, ha spiegato al Daily Mail i motivi che l’hanno spinta a partecipare al concorso della Sooam Biotech, azienda di biotecnologia coreana, che metteva in palio proprio la clonazione del proprio animale domestico. “Winnie è la mia roccia – ha detto Rebecca – voglio che viva per sempre. E’ stata il regalo dei miei genitori per il mio 18esimo compleanno“. Le 2, a quanto pare, non si sono mai separate: “E’ venuta con me ovunque. Quando sono andata all’Università per studiare sociologia, l’ho introdotta ‘illegalmente’ nel mio alloggio e lei vissuto con me in segreto“. Rebecca ha poi spiegato che, durante l’adolescenza, aveva sofferto di anoressia e bulimia e che è grazie all’amore e alla dedizione della sua bassottina se è riuscita a uscire da quell’incubo.
Persino quando Rebecca ha conosciuto Alex Bourne, l’uomo che oggi è suo marito, lui per conquistarla si è dovuto prima “accaparrare” le simpatie di Winnie. Anzi, è stato proprio Alex, 2 anni fa, a spingerla a partecipare al concorso della Sooam, perché: “Lui sa che senza Winnie sarei persa“. Ma in tutto questo, non sarebbe stato più facile far fare dei cuccioli a Winnie e poi tenerne un suo diretto discendente? Secondo la donna no, non sarebbe stata la stessa cosa. Perché le due cagnoline ora non solo sono quasi identiche nell’aspetto (anche se ormai Winnie senior ha 14 anni e si vede) ma hanno anche lo stesso carattere: “Entrambe soffrono il mal d’auto, hanno gli stessi gusti e nascondono i dolcetti negli stessi posti“.
Anche se, a dire il vero, qualche differenza di temperamento c’è. Ma per Rebecca dipende esclusivamente dal modo in cui hanno vissuto i loro primi mesi di vita. Perché se Winnie è cresciuta insieme alla sua proprietaria, Mini Winnie ha vissuto a lungo tra i laboratori dove è nata e, prima di giungere tra le braccia di Rebecca, ha poi dovuto affrontare anche la lunga quarantena imposta dalla legge. Fatto sta che ora, finalmente, le 3 sono insieme e sono felicissime. Anche se, purtroppo, Mini Winnie dovrà sottoporsi molto spesso a esami di controllo e la sua aspettativa di vita non è affatto certa. Molti animali clonati, infatti, non vivono a lungo.
Il suo caso, come è facile supporre, ha scaturito un lungo dibattito tra animalisti e non e in tanti si sono chiesti se questa della clonazione non sia solo una “follia” di questo millennio. Eppure sono sempre di più, a quanto pare, i proprietari che pensano a soluzioni del genere per i loro amati cuccioloni. Uno su tutti Simon Cowell, il “papà” di X Factor, che ha più volte espresso il desiderio di clonare i suoi Yorkshire. Certo, per lui, la modica cifra di 70mila euro (il prezzo medio di tale procedura alla Sooam Biotech) in fondo non sarebbe poi così oneroso. Ma se costasse meno in quanti deciderebbero davvero di clonare il proprio pet?
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