Corse clandestine, combattimenti tra cani e maltrattamenti. Sono questi i temi principali del nuovo rapporto Lav (Lega anti vivisezione) Zoomafia 2015 che, come ogni anno, tenta di fare luce sui crimini che vedono coinvolti cani e gatti, ma non solo. Un vero catalogo della violenza organizzata contro gli animali, del malaffare e delle illegalità correlate redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav. E tra le (tristi) novità, spicca l’analisi del fenomeno della “pirateria dei fiumi”, ovvero la pesca di frodo nelle acque interne.
“Ogni settore che riguarda gli animali può essere nel mirino della criminalità per sfruttare nuove forme di guadagno – ha scritto Troiano nel comunicato ufficiale – E’ significativa la continua trasformazione dei gruppi dediti ai traffici a danno di animali e la loro capacità di individuare nuovi canali affaristico-criminali“. Per il criminologo, infatti, il business è grandissimo, tanto che sono diversi i miliardi di euro l’anno intascati da chi sfrutta gli animali. Si va da traffico di cuccioli, sottratti precocemente alla cure materne, imbottiti di farmaci, ammassati in scatoloni e gabbie, costretti a viaggi lunghissimi chiusi in portabagagli, alle corse clandestine di cavalli che vengono dopati, costretti a correre su strada e, se si feriscono, abbattuti e abbandonati sul posto.
Come sempre grande la piaga dei combattimenti tra cani che, nel nostro Belpaese sono tornati a essere un’emergenza. Solo nel 2014 sono stati sequestrati 28 cani per attività inerenti i combattimenti e denunciate 10 persone per vari reati connessi. Così come sempre più preoccupante è il traffico internazionale di animali (o parti di essi) che rappresenta uno dei pericoli principali della sopravvivenza delle specie minacciate: cammelli, zebre, lama, antilopi, pitoni e addirittura una tigre sono stati confiscati in base alla normativa antimafia ad esponenti della criminalità organizzata.
Grave anche la situazione del randagismo che sopprattutto in alcune aree della Penisola continua ad essere una vera emergenza, con conseguente allarme sociale. In questo contesto, inoltre, si inseriscono i canili lager, che approfittano delle donazioni e della buona fede delle persone per poi tenere i 4 zampe in condizioni igieniche pessime e lasciarli morire di stenti. E vere e proprie battaglie si combattono per fermare la pesca di frodo di tonni, vongole, ricci, pesce spada in mare come quella nei fiumi, che suscita meno clamore forse, ma è altrettanto letale per l’ecosistema. Così come è stato accertato un sistema di malaffare legato alla gestione di allevamenti, alle truffe, al traffico illegale di medicinali e sostanze dopanti, al furto di animali “da allevamento”, alla falsificazione di documenti sanitari e, spesso, con infiltrazioni della criminalità organizzata, inquina il comparto zootecnico.
A quanto si evince dal rapporto, inoltre, la procura con più reati iscritti è Napoli, con 239 i procedimenti e 127 gli indagati. Seguono, nell’ordine, Roma (238 procedimenti e 118 indagati) e Cagliari (203 procedimenti e 148 indagati). E se dall’analisi dei dati di tutte le procure italiane Zoomafia 2015 rileva che nel 2014, rispetto all’anno precedente, c’è stata una diminuzione dell’1,5 per cento delle denunce per reati a danno degli animali, è anche vero che questo è ancora troppo poco e che c’è molto da fare.
Foto by Ufficio Stampa Corpo Forestale dello Stato