Ha fatto molto discutere la vicenda relativa a quel bar di Treviso che, dopo aver servito una ciotola d’acqua per il cane di due clienti, ha battuto sullo scontrino una cifra pari a 30 centesimi. Sul web si è sollevato un comprensibile moto d’indignazione, la notizia è rimbalzata praticamente in tutto il Paese con le conseguenze che si possono immaginare a proposito degli esercenti in questione. I quali, contattati da Altavoce.org, hanno fornito una versione dei fatti alquanto diversa.
La titolare ha infatti spiegato che quei 30 centesimi non sono per l’acqua, bensì servono per coprire le spese che il locale sostiene “per garantire – spiega il suddetto sito – servizio eccellente anche nei confronti dei nostri amici animali“. In che senso? Presto detto: “ogni richiesta di acqua viene esaudita tramite una coppetta, simile a quelle utilizzate per i gelati da passeggio, colma di acqua fresca di rubinetto. Acqua gratis, nonostante anche quella abbia un costo. Una volta servito l’animale, il cameriere si lava le mani e torna a servire le persone, così da non rischiare di arrecare danno ad eventuali soggetti allergici“.
Di conseguenza quel denaro rappresenta un importo simbolico relativo alla coppetta usa e getta; chi ne ha una personale e se la porta dietro, invece, non paga nulla per l’acqua. “I clienti affezionati – continua Altavoce.org – lo sanno, probabilmente questa diffamazione è partita da un avventore occasionale“. Inoltre “la dirigenza del locale si riserva, in caso di reiterata diffamazione da parte del ‘popolo della Rete’, di avvalersi dei servigi di un legale, che possa tutelare l’immagine e gli interessi del bar Signore & Signori“. Cosa ne pensate, è una spiegazione convincente? Da che parte vi schierate, con questi nuovi elementi a disposizione?
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