Rimane vedova del gatto, vuole sposare il cane: un caso che fa discutere

Quella di Dominique Lesbriel è davvero una storia che fa riflettere e divide gli animi. C’è chi la considera semplicemente una storia d’amore; chi, invece, la identifica con un eccesso derivante da un precario equilibrio interno. Dominique ha 41 anni ed è olandese. Ha trascorso 16 anni con Doerack, di cui otto da sposati. Il fatto, però, è che non stiamo parlando di un uomo. Neppure di un’altra donna. Bensì di un gatto. Che qualche tempo fa, per ovvi motivi, è morto. Lasciandola la Lesbriel in preda alla disperazione.

Mettere Doerack a dormire – ha detto lei in un’intervista al Mirror – è stato orribile; l’ho avuto da quando aveva tre anni, ma mi sento fortunata ad avere trascorso 16 anni stupendi con lui“. Comunque sia, è riuscita ad elaborare il lutto in tempi piuttosto brevi anche grazie a un incontro folgorante: quello con Travis. Non un uomo, non una donna… Un cane, stavolta.

Ho trovato Travis – è il suo racconto – tre anni fa quando vivevo in Grecia. Era un cane randagio che ho salvato. Lo vedevo sempre in spiaggia a raspare tra i bidoni e scavare nella sabbia alla ricerca di granchi da mangiare. Un giorno, mentre nuotavo, mi ha rubato le scarpe e la borsa e con essa anche il mio cuore“. Dominique ha deciso di sposare anche il cane, sì. Il rito si terrà tramite il sito Marryyourpet.com (“Sposa il tuo animale domestico”) che lei stessa ha aperto nel 2003 e che vanta migliaia di visite al giorno. Non solo: ogni mese lei permette a diverse coppia formate da proprietario e animale di unirsi in matrimonio.

Però gli animi, dicevamo, sono divisi. C’è chi si commuove. Gli animalisti, in genere, reagiscono con un sorriso. Ma si sono accede anche diverse polemiche: “Ho ricevuto – spiega la donna – tante lettere d’odio. Alcuni hanno pensato che con il mio sito promuovessi il reato di bestialità. Ma non è così. Si tratta di un modo per amare fino in fondo i nostri animali, celebrando questo legame. E per questa ragione il divorzio non è contemplato“.

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