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Fa operare la sua gatta a spese del Comune. Sotto processo una donna di Rimini

Non voleva pagare l’operazione per la sua gattina e così ha finto di averla trovata in strada e l’ha portata in una struttura veterinaria pubblica, dove la micia è stata curata gratuitamente. Così una donna di 40 anni originaria di San Giovanni in Marignano, finita sono processo a Rimini con l’accusa di truffa aggravata.

Andiamo con ordine: per prima cosa i fatti risalgono al 2010. Secondo quanto sostenuto oggi dall’accusa, e riportato dal sito www.altarimini.it, la signora in questione, notando che il felino non stava bene, lo portò dal veterinario per farlo visitare. Il medico, dopo aver fatto una lastra, spiegò alla donna che la micia doveva essere sottoposta a un’operazione abbastanza costosa, intorno agli 800 euro. Ed è stato proprio per non pagare la cifra che alla proprietaria venne in mente di contattare il servizio veterinario del Comune di Riccione (lontano quindi dalla sua zona di residenza) per far operare il peloso gratis sostenendo di averlo appena trovato. Un piano perfetto, ma solo all’apparenza. La quarantenne, infatti, non aveva fatto i conti con il primo veterinario che, insospettitosi per il fatto che la donna non gli avesse affidato l’animale per l’operazione, decise di andare a fondo della faccenda, scoprendo l’inganno.

Diversa, però, la ricostruzione dell’avvocato difensore Piero Venturi che afferma che non fu la donna sotto accusa a portare il gatto dal dottore, bensì il marito di lei che, spaventato all’idea di dover spendere tale cifra, abbandonò il felino in mezzo a una strada. A sostegno di questa tesi ci sarebbe anche un documento: la fattura della famosa lastra, intestata proprio all’uomo. Unica colpa della donna, una casalinga che non beneficia di un regime di comunione dei beni nel matrimonio, quindi quella di recuperare la bestiola e di portarla a curare a Riccione, ma solo per il suo bene. Nella prossima udienza (in programma il 21 ottobre prossimo) verranno sentiti in giudizio alcuni dei protagonisti della vicenda e si cercherà di capire se si sia trattato di truffa o solo di necessità. Detto questo, se da un lato nel nostro Belpaese ci si lamenta spesso della poca attenzione che le autorità competenti hanno nei confronti degli animali e di come i proprietari spesso siano costretti a fare salti mortali per mantenere i propri cuccioli sembra chiaro che non sempre i responsabili di queste “cattive pratiche” sono gli altri. Teniamolo a mente.

Foto by facebook

Redazione

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