Una macabra scoperta quella fatta al porto di Palermo, dove gli addetti portuali e i finanzieri che controllavano i carichi appena sbarcati “dal continente” aprendo un Fiat Ducato si sono si trovati di fronte un’immagine a dir poco raccapricciante: chiusi nelle loro gabbiette c’erano centinaia di animali morti e molti altri in fin di vita. Solo pochissimi, infatti, sono riusciti a salvarsi da quel furgone rovente che è diventato la loro tomba.
Secondo quanto raccontato da testimoni oculari, nel mezzo di trasporto c’era un po’ di tutto: tra uccellini, pappagalli di varie specie, criceti, tartarughe, rospi, scoiattoli, iguana, pitoni e camaleonti. Secondo la bolla di carico, dovevano essere più o meno 500 le bestiole trasportate che si erano imbarcate sulla nave Tirrenia da Napoli per raggiungere il capoluogo siciliano. Ma solo pochissime sono sopravvissute a quello che è diventato un viaggio dell’orrore.
A quanto sembra, gli animali erano stati prelevati in Campania per essere consegnati ad alcuni rivenditori della provincia di Palermo, ma l’autotrasportatore, che si chiama Sabato Polito ed è originario di Afragola, in provincia di Napoli, a cui erano stati affidati non aveva idea di come prendersene cura durante il viaggio o, più semplicemente, non gliene importava. Tanto che li ha chiusi nel furgone come fossero scatoloni e non esseri viventi senza aria, acqua o cibo: una cosa a dir poco inquietante considerando anche le temperature di questi giorni. Ed è per questo che ora è finito sotto inchiesta, con l’accusa di maltrattamento di animali. I pochi sopravvissuti, inoltre, sono stati sequestrati dal giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa su richiesta del pubblico ministero Giuseppina Motisi e sono stati portati in strutture veterinarie per i controlli sanitari del caso. Sperando che possano riprendersi al più presto.
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