Con la salute degli amici a 4 zampe non si scherza, si sa. Eppure, a volte, esistono delle patologie difficili da individuare e che mettono a dura prova sia le povere bestiole, stremate dal proseguire dei sintomi, che i loro preoccupati proprietari. Una di queste è la dermatite allergica da contatto nei gatti: una malattia della pelle provocata solitamente dalla vicinanza con alcune piante (dette dell’ebreo errante, ovvero quelle viola presenti sui balconi di molti appartamenti), ma anche da alcuni farmaci o sostanze chimiche specifiche.
Va detto subito che, comunque, la dermatite può essere di due tipologie: allergica o irritante. La prima richiede un periodo di sensibilizzazione più o meno lungo (dai 6 mesi a 2 anni) durante il quale si sviluppa la reazione immunitaria. Ed è per questo che medicinali usati in passato possono all’improvviso essere responsabili di una reazione allergica qualche tempo dopo. Quella irritante, invece, si manifesta a poche ore dal contatto anche se, almeno all’inizio, è un po’ difficile da individuare per via del pelo che ricopre il proprio micione.
GATTI: LE PIANTE DA NON TENERE MAI IN CASA
In più, questo tipo di reazioni sono molto fastidiose per l’animale perché provocano parecchio prurito. Sul corpo del cucciolo, inoltre, si possono formare piccole bolle che, a volte, si trasformano in crosticine, oppure in vescicole e ulcerazioni, più dolorose che pruriginose. Ma attenzione: non sono solo le piante responsabili della dermatite, in casi rari, infatti, possono essere le stesse ciotole (per via della loro composizione chimica) dove vengono somministrati cibo e acqua, a causare gravi danni alla bocca o alla lingua. Quindi che fare? Ovviamente, la prima cosa da fare quando notate i primi sintomi di dermatite è portare il gatto dal vostro veterinario di fiducia che saprà consigliare la terapia migliore. Se poi sul vostro balcone campeggiano le piante dell’ebreo errante, l’unica cosa da fare è trovare loro una nuova sistemazione, anche se al momento il vostro gatto non ha mostrato alcun sintomo: prevenire è sempre meglio che curare.
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