Mancano solo due giorni all’inizio del “Festival della carne di cane” che si tiene ogni anno per il solstizio d’estate a Yulin, nella regione autonoma di Guangxi, in Cina. E sono centinaia le petizioni sorte in Rete per cercare di fermare l’orrore. Solo su Change.org le firme di Alza la zampa che chiedono di annullare la manifestazione hanno superato il milione e mezzo. Mentre la petizione del gruppo animalista americano di Andrea Gung, tra i primi a sollevare la questione e a renderla internazionale, è a quota 800mila. Ma nulla sembra bastare. Nemmeno l’intervento dei “cosiddetti vip”, come Paris Hilton o Elisabetta Canalis che hanno sposato la causa e si sono impegnate a diffonderla via social.
Ma come funziona questo macabro evento? Prima dell’inizio della manifestazione la città si riempie di gabbie in cui i cani vengono ammassati in attesa di essere uccisi, spesso a bastonate, e poi cucinati. La carne di cane è un piatto tradizionale della cultura cinese, si crede che migliori la fertilità maschile e che allontani gli spiriti maligni e le malattie. Purtroppo, in Cina, il consumo di questi animali avviene tutto l’anno, ma è proprio attorno al 21 giugno che raggiunge il suo massimo, quando vengono macellati per “festeggiare il solstizio d’estate” oltre 10mila esemplari. Ma non pensiate che esistano dei veri e propri allevamenti. Spesso queste povere bestiole vengono raccolte dalla strada, oppure rapite da abitazioni private.
Il che apre anche un secondo scenario: non ci sono garanzie che la carne servita durante il Festival sia priva di virus o di malattie che potrebbero rivelarsi rischiose per la salute degli esseri umani. Nonostante ciò, tutto procede come sempre nel sud del Paese, sebbene la stessa popolazione cinese inizi interrogarsi se sia giusto o no un evento del genere. Da un lato c’è chi sostiene che le tradizioni vanno rispettate (mangiare carne di cane è una pratica molto antica che risale al 550 d.C.), dall’altro chi ritiene che sia tempo di andare avanti e superare la barbarie. Speriamo vincano questi ultimi.
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