Bruciò il suo gatto per “purificarlo”. Torna libera una donna di Genova

Solo qualche tempo fa era stata (giustamente, aggiungiamo noi) imprigionata per aver brutalmente assassinato il suo gatto. Ma ora è stata scarcerata, sebbene in libertà vigilata. A stabilirlo il giudice delle indagini preliminari di Genova Ferdinando Baldini, che ha fatto uscire di prigione la donna di 40 anni che aveva ucciso il micio di casa in un modo orribile: ovvero cospargendolo di benzina e poi dandogli fuoco.

Pare che la “signora”, sia agli inquirenti che al gip, avesse raccontato di essere molto dispiaciuta per l’accaduto, ma di aver agito così perché convinta che l’animale fosse in qualche modo indemoniato. In realtà, almeno attualmente, non è chiaro cosa abbia spinto la suddetta a ritenere che il proprio gatto fosse posseduto dai demoni, né quale atteggiamento del felino fosse da ritenere così pericoloso, ma è certo che, quando i vicini di casa hanno assistito a quell’incredibile e dolorosa scena, non hanno potuto far nulla per intervenire e difendere la bestiola.

Sono stati proprio loro, infatti, disgustati e anche a dire il vero terrorizzati da quell’insano gesto, a chiamare le forze dell’ordine e a denunciare l’episodio. Ora, però, la donna è di nuovo nella sua abitazione, anche se in libertà vigilata e, a quanto sembra, dovrà sottoporsi a cure psichiatriche fisse, oltre a sostenere saltuari colloqui con i medici presso una struttura sanitaria. Sperando che non arrivi mai più a compiere un gesto così assurdo. Certo, va detto che sicuramente la donna in questione non era pienamente cosciente delle sue azioni, visto anche la spiegazione fornita a chi ha svolto le indagini. Eppure ci si torna a chiedere se non sarebbero necessarie pene più severe per chi compie atti così terrificanti nei confronti di esseri indifesi. Un quesito, questo, che non lascia adito a dubbi: la risposta, infatti, è sì.

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