L’estate, purtroppo, continua a essere un momento critico per molti animali domestici che vengono lasciati soli in strada a un crudele destino. Solo il weekend scorso, in base ai dati raccolti e diffusi dall’Aidaa (Associazione italiana difesa animali ed ambiente), sono stati abbandonati 361 cani. Ed è per questo che in alcuni comuni d’Italia (più sensibili all’argomento) hanno iniziato a pensare a delle possibili soluzioni al problema. Tra le più efficaci, va segnalata quella del comune di San Vito Al Tagliamento, in provincia di Pordenone: niente Tasi (ovvero la tassa di possesso della casa) per 2 anni, per un massimo di 300 euro l’anno, per chi adotta un cane al canile di Villotta di Chions.
L’esenzione, come riporta il Messaggero Veneto, è inserita nelle modifiche alla tassazione locale che saranno approvate giovedì prossimo in consiglio comunale. E’ la prima volta che simili incentivi passano attraverso la Tasi in provincia, ma non mancano già i comuni che elargiscono contributi per adottare un peloso. “Con questa operazione vincono tutti – ha affermato l’assessore all’ambiente, Andrea Bruscia – vince la famiglia che non pagherà la Tasi per due anni, vince l’amico a 4 zampe, che trova finalmente una famiglia che si occupi di lui, e vince la comunità, che risparmia il costo di gestione del cane in canile“.
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Un cane in canile, infatti, in media costa all’ente che lo gestisce circa 1.600 euro l’anno, come da tariffe regionali. Attualmente, il comune di San Vito spende quasi 40mila euro per il mantenimento di 22 cani al Rifugio di Villotta. Detto ciò, dal municipio fanno sapere che, per confermare il contributo, si controlleranno periodicamente lo stato di salute degli animali e le condizioni in cui sono tenuti. “La scelta di adottare un cane è un gesto di civiltà – ha proseguito Bruscia – una decisione importante, perché cambierà la vita di chi la compie e se ne assume la responsabilità. E’ un impegno che andrà mantenuto per tutta la sua vita, ma che il cane saprà ripagare con grande affetto“. Si consideri che, secondo il censimento del ministero della Salute, ogni anno circa 100mila animali entrano nei canili italiani, mentre la Lav (Lega anti vivisezione) sostiene che i cani ancora randagi siano almeno 600mila, mentre i gatti oltre due milioni e mezzo. Se anche altri comuni italiani adottassero simili iniziative probabilmente il fenomeno dell’abbandono non scomparirebbe del tutto, ma di certo sarebbe più facile per i cani trovare famiglia.
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