La prima testimonianza certa della presenza di questa razza al Colle San Bernardo (che a quel tempo si chiamava Col de Mont Joux) risale alla seconda metà del Seicento, quando cioè il pittore napoletano Salvator Rosa ritrasse un grosso molossoide molto simile al San Bernardo come lo conosciamo oggi. Probabilmente i primi esemplari vennero donati dalle famiglie nobili del Vallese per la guardia e la protezione dell’Ospizio situato proprio sul Colle, ma anche per numerosi altri impieghi, dal trasporto di piccoli carichi, alla fornitura di forza motrice. Ma più di tutti, il lavoro che ha reso celebre il cane San Bernardo nel mondo fu quello di ausiliari dei canonici (i cosiddetti marronnier) nel tracciare la pista nella neve fresca, prevedere la caduta di valanghe e ritrovare i viaggiatori dispersi col maltempo. Con gli anni questi cani vennero poi selezionati e affinati tramite diversi incroci (con il Terranova come con il Mastiff). Ma il vero recupero del cane di San Bernardo, in una chiave di bellezza funzionale e zootecnica, deve molto all’opera del grande cinologo italiano Antonio Morsiani, importante allevatore e studioso della razza che contribuì in modo determinante alla salvezza e alla rinascita del San Bernardo nel dopoguerra, sia in Italia che nel resto d’Europa.
Aspetto: la testa, caratterizzata dalla spiccata convergenza degli assi longitudinali del cranio e del muso, è la più voluminosa dell’intera specie canina. Il muso è piuttosto corto, ma senza esagerazioni, rigorosamente quadrato. Le labbra inferiori devono essere ben sostenute da substrato scheletrico. Il San Bernardo è uno dei cani più grandi e può raggiungere e superare i 90/95 centimetri al garrese e anche gli oltre 100 chili di peso. La mole però non deve mai però andare a discapito della funzionalità e del buon movimento. Si tratta infatti di un vero “atleta pesante” in grado anche, se ben selezionato, di portare la sua altezza ed il suo peso con estrema disinvoltura ed eleganza.
Temperamento: come tutti i molossoidi è sempre molto attaccato al proprio proprietario (con il quale resta cucciolo per tutta la vita) e a coloro che considera amici, particolarmente ai bambini. Molto equilibrato, è anche determinato, pronto alla guardia e al controllo del territorio. Ancora oggi, se addestrato, può svolgere al meglio i suoi antichi compiti di cane da soccorso in montagna. La sua resistenza al freddo e alla fatica in altitudine sono proverbiali. Perfetto anche come cane da catastrofe e per la pet-therapy.
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Prezzo: il prezzo di un cucciolo piò partire dai 1200 euro in su, in base alla genealogia.
Curiosità: il più grande cane di San Bernardo di tutti i tempi (vissuto fra il 1880 e il 1890 in Inghilterra) si chiamava Lord Bute e pare misurasse 109 centimetri al garrese con un peso di ben 112 chili. In Italia, negli anni Sessanta, un gigantesco San Bernardo chiamato Mischa raggiunse il peso di 118 chili con un’altezza superiore ai 90 centimetri al garrese e visse più di 15 anni senza problemi.
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