L’appello: “Ridiamo una casa ai 400 cani di Carbonia”. La petizione è online

A Carbonia, in Sardegna, ci sono oltre 400 cani che sono rimasti senza casa. Si tratta dei randagi che erano ospitati dal rifugio della Lega nazionale per la difesa del cane che, in seguito alla brutta tempesta di vento che per giorni e giorni ha imperversato sulla cittadina, è stato quasi smembrato. Infatti, i danni provocati al centro per la cura e la tutela dei cani abbandonati o senza padrone, tra i più noti dell’isola, non si contano. Una situazione gravissima a cui, fortunatamente, molti utenti della rete non sono rimasti indifferenti. Tanto che su www.firmiamo.it sono già state raccolte più di 1.500 firme in favore della petizione “Ridiamo una casa ai 400 cani di Carbonia“. Ma ne servono molte di più.

Attualmente la copertura della casetta con le soffianti, l’impianto elettrico e il depuratore è stata letteralmente sradicata dalla muratura ancora ancorata nei ferri che la sostenevano. Nella caduta, si è anche rotto un pezzo dell’ingranaggio del depuratore causando altri grossi problemi. Ma questi sono solo alcuni degli ingenti danni riportati che, non si sa per quale miracolo, non hanno riguardato la salute dei cani. Eppure, se non sarà trovata in tempi brevi una soluzione per la loro sistemazione, questi animali rischiano anche di tornare in strada.

Stiamo vivendo una situazione drammatica, aggravata anche dal fatto di trovarci in una delle zone in assoluto più povere d’Italia dove la gente, anche volendo, non ha risorse per aiutarci – ha dichiarato in un comunicato stampa Patrizia Sitzia, presidente della sezione di Carbonia della Lega Nazionale per la Difesa del Cane – Ci appelliamo al buon cuore di tutti per ricevere una mano e poter continuare a garantire ai cani che accudiamo il benessere e le cure di cui hanno bisogno“. E se dando un’occhiata alle immagini del rifugio sembra davvero impossibile che i cani siano tutti illesi, adesso per rimettere in piedi la struttura c’è bisogno dell’aiuto di tutti, volontari, istituzioni e cittadini. Dare il proprio contributo alla causa è semplice, bastano una connessione internet, due minuti, una firma online e tanta buona volontà.

Foto by Ufficio Stampa

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