Noi stessi dobbiamo scusarci con i conigli e con i loro proprietari. Perché sono animali splendidi, è vero, ma di loro si parla ancora troppo poco. Eppure, stando alle recenti stime, dopo cani e gatti sono proprio i conigli i pet preferiti dalle famiglie italiane che, purtroppo, spesso sono anche del tutto impreparate a gestirne uno, credendolo un cucciolo meno impegnativo dei “soliti” Fido e Micio. Motivo per cui, nelle principali città del nostro paese, stiamo assistendo a un fenomeno allarmante e in crescita: l’abbandono di coniglietti in mezzo ai prati o per strada. Per capire meglio questa situazione, abbiamo chiesto aiuto a Cinzia Sona che insieme a Betty Pace coordina l’associazione La voce dei Conigli, protagonista del salvataggio in extremis del coniglietto preso a bastonate da un bambino al parco Querini di Vicenza.
Signora Sona, come è nata la vostra organizzazione?
Quando nella mia vita è arrivato Ciobin, il mio primo coniglio, tutto è cambiato. E’ stato lui a insegnarmi quello che oggi so sul loro mondo. Era il 1999 e a quel tempo di informazioni su questi animali ce ne erano ancora meno di adesso. Così ho messo su il primo sito, sostanzialmente per postare foto del mio cucciolone e anche per dare qualche notizia su come accudirlo. Devo dire che il riscontro è stato immediato. Più mi specializzavo e più sentivo di voler far qualcosa per questi pet, ancora troppo sottovalutati. Poi ho conosciuto Betty e nel 2010 siamo diventati ufficialmente un’associazione di volontariato no profit a favore dei conigli.
Esattamente di cosa vi occupate oggi?
Il nostro scopo è quello di divulgare, sia tramite il sito che con brochure o appuntamenti, le corrette informazioni sulla gestione del coniglio come animale da compagnia. Ancora pochi sanno come accudire al meglio questi animali. A volte gli stessi veterinari non sanno dove mettere le mani se non sono esperti di animali esotici e possono fare più danni che altro. Inoltre, oggi siamo attivi come volontari nel recupero e nella cura di conigli abbandonati. Prima di darli ai nuovi proprietari, però, li vacciniamo e li facciamo sterilizzare. Possiamo dire che ogni anno ci occupiamo di circa 100 conigli.
Ma sono così tanti i conigli abbandonati?
Purtroppo sì, sono moltissimi, ma non solo nel Veneto. Noi siamo in contatto con diverse associazioni che oggi svolgono lo stesso nostro lavoro e i dati sono più o meno uguali in tutta Italia. Inoltre, i conigli se vengono abbandonati non sterilizzati si moltiplicano in pochissimo tempo. Per questo poi ci troviamo a dover affrontare situazioni come quelle del Querini in cui oggi vivono circa 500 conigli liberi e non si può far nulla. Vedete, attualmente non esistono strutture che possano contenerli (come canili o gattili), né la possibilità di sterilizzarli presso veterinari Asl in maniera gratuita, come invece accade nelle colonie feline riconosciute. In questo modo i conigli si moltiplicano a dismisura. Noi stessi volontari, quando ne recuperiamo qualcuno, li teniamo in casa in attesa di un’adozione.
Come mai, secondo la sua esperienza, le persone si disfano dei conigli?
Perché non li conoscono, se ne parla poco e sono in tanti a pensare che questi animali possano essere facilmente gestibili e che la loro presenza possa essere “trascurabile” in casa. Mentre invece il coniglio è un animale molto socievole e curioso, se gli si dà la possibilità di interagire con gli umani lasciandolo libero per casa, si può scoprire quanto sia intelligente. Ovviamente, se viene lasciato spesso solo e quindi con pochi stimoli, come tutti gli animali, si annoia e si deprime, arrivando ad assumere comportamenti strani e distruttivi.
Come possiamo instaurare un buon rapporto con questi animali?
Per prima cosa, se vogliamo far felice il nostro coniglio non dobbiamo confinarlo in una gabbia, poiché per lui la mancanza di libertà e spazio è una vera tortura. Proprio come un gatto, si adatta benissimo a vivere in appartamento, è un animale molto pulito e impara presto a usare la lettiera. Il motivo per cui viene rinchiuso è la sua attitudine a rosicchiare, ma basta prendere alcuni semplici accorgimenti per preparare una casa a “misura di coniglio”: ricoprire i fili elettrici e togliere dalla sua portata gli oggetti che non vogliamo vengano rosicchiati. Poi bisogna informarsi bene sulla sua alimentazione, sulle vaccinazioni (che sono importantissime) e sulla sterilizzazione, che noi consigliamo sempre.
Come mai?
Prima di tutto per una questione di salute: le femmine adulte, dopo il secondo anno di età, sono soggette con estrema frequenza a gravi infezioni uterine e tumori. Inoltre, un altro motivo per cui il coniglio viene spesso chiuso in gabbia o abbandonato è la sua abitudine a marcare il territorio con feci e urina e la tendenza a diventare aggressivo. Entrambi questi aspetti si possono evitare con la sterilizzazione.
Se qualcuno volesse adottare un coniglio abbandonato cosa deve fare dunque?
Contattare me o gli altri volontari dell’associazione sul sito www.lavocedeiconigli.it o sulle nostre pagine social. Dopo una visita pre adozione, in cui verranno fornite tutte le informazioni per una corretta gestione dell’animale, l’adottante dovrà firmare un modulo di adozione, una sorta di contratto con il quale si impegna a rispettare tutte le necessità del coniglio e ad informare sempre l’associazione sulle vicende relative all’animaletto fino alla sua morte.
Un’ultima domanda, come sta il coniglietto che è stato vittima di quell’episodio di quel terribile episodio di violenza la scorsa settimana?
Lo abbiamo chiamato Jedi, perché ha una grande forza e una grande voglia di vivere. Le sue condizioni ora sono stabili, ma la sua situazione è ancora molto grave. A tal proposito noi stiamo ancora cercando i responsabili e poiché sappiamo che c’erano molti testimoni al parco Querini quel giorno continuiamo a lanciare l’appello: chi sa parli.
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