Sasha Pesic. Forse il suo nome non vi dirà molto, ma di certo ricorderete un video molto popolare (realizzato i primi di gennaio di quest’anno) in cui un uomo, per salvare un cucciolo di cane rimasto incastrato sulla riva di un fiume, non esitava a calarsi giù da un ponte. Bene, quell’uomo era proprio Sasha Pesic, noto attivista animalista in Serbia, nonché fondatore di un rifugio per cani abbandonati a Nis. Il suo ricovero oggi ospita circa 450 animali, tutti vaccinati, sterilizzati e dotati di microchip, che vivono per lo più liberi e all’aperto.
“Li facciamo entrare nelle loro gabbie solo di notte, così vivono più felici” ha detto di recente Pesic all’Agence France-Presse. Il rifugio di Nis sorge in un ex club ippico e tutto andrebbe per il meglio (o come dovrebbe andare quando si hanno così tanti cani da curare e accudire) se non fosse che da qualche tempo il Comune abbia ingaggiato una lotta con Pesic e il canile per riavere quella terra. Già prima di Natale, infatti, all’uomo era stato dato lo sfratto esecutivo. Fortunatamente, grazie alla rete e a una petizione online (che, in pochissimo tempo, ha raccolto oltre 140mila firme) il sindaco di Nis è stato, in un certo senso, costretto a fare un momentaneo dietrofront.
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Solo che quella non è stata una vera vittoria. Le autorità cittadine, infatti, hanno semplicemente concesso al rifugio altri 6 mesi di tempo per trovare una nuova sistemazione, dopodiché dovranno andare via. “La mia è una battaglia senza fine. Non ho neanche tempo di mangiare normalmente e ancora meno di pensare di avere una vita privata – ha proseguito Pesic – Bisogna combattere ogni giorno per fornire cibo e assistenza per tutti questi animali“. Il sostegno per quei cani serbi è arrivato soprattutto dall’estero da privati, ma anche da associazioni internazionali come The Great Animal Rescue Chase & Harmony Fund che sta raccogliendo fondi per Sasha sulla piattaforma petcaring.com e, ad oggi, ha raccolto quasi 19mila dollari. Ma la speranza è che la stessa città di Nis li aiuti a trovare presto un luogo adatto dove svolgere la loro attività di recupero. Anche perché loro oltre a togliere i tanti cani randagi dalla strada riescono, qualche volta, anche a farli adottare. Una cosa non da poco in un paese che ha un tasso di abbandono davvero molto alto.
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